Per comprendere (e condividere, se solo si ha un po’ di cultura marinara o un poco di sale in zucca) le ragioni per cui Medici senza frontiere non ha firmato il protocollo che il governo italiano ha proposto alle Ong, basta leggere la lettera che la stessa organizzazione ha scritto al ministro dell’Interno Marco Minniti.

Se quella non bastasse, il Washington Post – non la Pravda sovietica e nemmeno Papa Francesco – racconta in questi giorni le terribili situazioni in cui si trovano coinvolti i migranti (o anche solo gli stranieri) in Libia: nelle carceri e nei campi di concentramento gestiti dal governo violenze (spesso sessuali), soprusi, rapine, omicidi sono quotidianamente compiuti dalle guardie di questo o quel signore della guerra con i quali il nostro governo ha deciso di trattare e che ha deciso di finanziare lautamente.

“Le porte del centro di detenzione erano sbarrate. Chiusi dentro, centinaia di migranti, con almeno 20 persone stipate in una cella. Scheletrici e a piedi nudi, gli uomini guardavano attraverso la piccola apertura quadrata della porta di metallo, mentre la puzza di urina e l’odore dei corpi restava appeso nell’aria viziata. ‘Ho mangiato solo un pezzo di pane oggi’, ho sentito sussurrare un uomo algerino. ‘Ti prego, mi puoi aiutare?’”. “La Libia, il punto di partenza principale per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa, è oggi la sede di un commercio fiorente di esseri umani. Incapaci di pagare le cifre esorbitanti dei trafficanti o raggirati dai trafficanti, i disperati della terra sono ridotti in schiavitù, torturati o costretti alla prostituzione”.

Questo è l’inizio di un reportage che racconta lo stato delle carceri ufficiali, quelle che il nostro governo andrà a mantenere e finanziare.
Poi ci sono i campi di concentramento “unofficial”, gestiti da predoni e banditi vari, che sono ovviamente molto peggio di quelli che Washington Post racconta.
Persino la guardia costiera libica, sempre secondo il Washington Post, traffica esseri umani. E anche la guardia costiera riceverà milionate dallo Stato italiano.

Se ancora non bastassero queste agghiaccianti situazioni a convincere i populisti nostrani, facciamo una carrellata su alcuni dati che riguardano l’immigrazione che smentiscono clamorosamente le palle che ci raccontano i potenti che – come spesso è accaduto nella storia del mondo – utilizzano la propaganda per terrorizzare i loro sudditi e potersi fare in pace i fatti loro, che spesso sono in contrasto con quelli della comunità dei cittadini.

In soli 5 anni il flusso in ingresso dei migranti regolari in Europa è diminuito del 40%, è aumentato solo nei Paesi che meglio hanno resistito alla recessione, ai quali l’Italia non appartiene.

Il tasso di disoccupazione dei migranti è superiore a quello degli italiani e sta ulteriormente aumentando. Nonostante la disponibilità degli immigrati a lavori poco qualificati e sottopagati, specie in ambito domestico, che gli italiani non svolgono più.

Gli stranieri delinquono di più, certamente, perché da sempre delinque di più chi ha meno. Ma che genere di delinquenza? Gli stranieri sono imputati principalmente per furto, prostituzione, violazione delle norme sugli stupefacenti. Poi c’è un pesante 20% di immigrati il cui unico reato è quello di immigrazione clandestina. Agli italiani invece rimane il primato per delinquenza organizzata, violenza carnale, rapine, omicidi e stupri.

Di contro, il contributo netto degli immigrati al bilancio pubblico italiano (cioè la somma di costi e ricavi) è largamente positivo e ammonta circa 1,4 miliardi. E questo nonostante sempre i migranti abbiano il primato tra i lavoratori sottopagati, tra i lavoratori occupati ma comunque in condizione di povertà: sono il 41,7% del totale degli occupati stranieri, mentre tra gli italiani questa condizione colpisce il 14,9% degli occupati. Comunque, la retribuzione media mensile di un immigrato è di 822 euro (1.202 euro tra gli italiani).

I migranti non sono nemmeno troppi: nel 2015 sono il 3,3% dell’intera popolazione mondiale.
Ci sono circa 243,7 milioni di persone nel mondo che vivono in un paese diverso da quello d’origine, al quale va sommato un dieci percento che secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni rappresenta la quota di irregolari.
Perché questo fenomeno? L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che ogni minuto ci siano nel mondo 24 persone costrette a lasciare la propria casa per sfuggire a una situazione insostenibile di bisogno o per evitare il pericolo di morte o di privazione della libertà.

Ma proprio da noi devono venire? No, infatti non vengono da noi: Stati Uniti e Federazione russa ospitano complessivamente un quarto del totale dei migranti internazionali. Oltre ai paesi d’oltre oceano, come il Canada e l’Australia, e quelli arabi (Arabia Saudita ed Emirati Arabi), nei primi 11 paesi sono presenti anche nazioni europee, come la Germania, il Regno Unito e la Francia. Solo all’ultimo posto l’Italia.

Ma da dove vengono? Non dall’Africa, quindi non dalla Libia: le comunità straniere in crescita sono asiatiche (Cina, India, Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka).  Ci troveremo in minoranza? Tranquilli, anche questa è una fandonia: nell’Unione Europea, su oltre 510 milioni di residenti nel 2015, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni).

Sì, va bene, ma non costano troppo? Il costo per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno. Che per Salvini è uno scandalo. Ma Salvini (e i suoi sodali) fanno finta di non sapere che di quei 35 euro solo 2,5 euro vanno in pocket money (cioè soldi dati ai migranti). Il resto serve a coprire spese e stipendi del tutto italiani.

E il pericolo terrorista? L’invasione islamica? Altra bufalona: i primi 5 Paesi con la maggiore quota di morti per terrorismo di matrice islamista sono l’Afghanistan (25%), l’Iraq (24%), la Nigeria (23%), la Siria (12%), il Niger (4%) e la Somalia (3%). Le vittime dell’Europa occidentale rappresentano una quota residuale, inferiore all’1%.
In Italia sono arrivati perlopiù nazionalità. 1 milione e 700mila sono le persone di religione musulmana, ma solo se si contano anche i bambini. Cristiani ortodossi: oltre 2 milioni tra ucraini, romeni, moldavi e altre

Se ancora non siete convinti, ecco le dichiarazioni di Amnesty international Europa (altra nota organizzazione eversiva), secondo la quale il progetto del governo italiano di inviare navi da guerra per pattugliare le acque territoriali libiche è un vergognoso tentativo di aggirare gli obblighi di salvataggio di migranti e rifugiati e di offrire protezione a chi ne ha bisogno. Secondo il piano del governo, fino a sei navi potrebbero essere impiegate per collaborare con la Guardia Costiera libica nell’intercettamento e nel ritorno di migranti e rifugiati in Libia, dove affronterebbero terribili violazioni dei diritti umani. Il personale militare italiano potrebbe essere autorizzato a usare la forza nei confronti di scafisti e trafficanti e, di conseguenza, migranti e rifugiati potrebbero essere colpiti dal fuoco incrociato.

“Invece di inviare navi per salvare vite umane e offrire protezione a migranti e rifugiati disperati, l’Italia si sta preparando a mandare navi da guerra per respingerli in Libia“, ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty international per l’Europa. “Questa vergognosa strategia non persegue l’obiettivo di porre fine al crescente numero di morti nel Mediterraneo centrale, bensì quello di tenere migranti e rifugiati alla larga dalle coste italiane. Le affermazioni secondo cui i diritti delle persone riportate in Libia verrebbero rispettati suonano vuote alle orecchie di chi è fuggito dalle terribili violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione della Libia”.

Ecco perché ha ragione Msf a non firmare quel protocollo.

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