Non si smorza la tensione a Gerusalemme e in Cisgiordania. Il corrispondente della sede Rai Carlo Paris è stato ferito alla Porta dei Leoni della Città Vecchia durante gli scontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana. Il cronista è stato colpito da una granata assordante lanciata dalla polizia che gli ha procurato una ustione alla gamba destra ed è stato ricoverato in ospedale dal quale è stato poi dimesso. Con lui è stato ricoverato, e poi dimesso, l’operatore tv israeliano mentre la producer palestinese è ancora in ospedale. Gli scontri hanno provocato un morto e tre feriti, secondo fonti mediche locali, sulla linea di confine di Gaza, all’altezza del campo profughi al Bureij. La vittima è stata identificato in Abdallah Abu Hameisa, 17 anni. In Israele non c’e per ora conferma.

Al confine della Striscia di Gaza ci sono stati disordini, con pneumatici in fiamme e lanci di pietre verso i soldati e verso i reticolati di recinzione. “Le nostre forze – ha dichiarato il portavoce militare israeliano – operano per impedire che i recinti di confine vengano danneggiati”. Nel corso dei violenti incidenti, ha precisato ”sono stati colpiti i principali sobillatori”. Intanto il coordinatore delle attività israeliane nei Territori, il generale Yoav Mordechai, ha rivelato che il palestinese ucciso oggi a Gush Etzion (Betlemme) dopo che aveva cercato di assalire soldati era infermo di mente. Incidenti si sono verificati al termine delle preghiere islamiche del venerdì in diverse località della Cisgiordania.

Ieri decine di palestinesi sono rimasti feriti negli scontri con la polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee, dove migliaia di fedeli si erano radunati per la prima volta dopo due settimane di proteste, dopo la rimozione dei contestati metal detector. Gli agenti hanno usato gas lacrimogeni, pallottole di gomma e spray al peperoncino appena un’ora dopo la riapertura del gate Huta. Oltre 40 i palestinesi rimasti feriti secondo i media israeliani, 94 secondo la Croce Rossa palestinese. Il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, ha spiegato in un comunicato che l’intervento delle forze dell’ordine è stato causato da una sassaiola contro gli agenti, che hanno rimosso diverse bandiere palestinesi che erano state issate sulla terrazza del compound. Amnesty International invece ha parlato di un “attacco deliberato” contro una “folla pacifica” e accusa la polizia di “uso sproporzionato della forza”.

I metal detector e nuove misure di sicurezza sulla Spianata erano state decise dopo l’attacco del 14 luglio in cui erano rimasti uccisi due agenti israeliani. L’attentato si era verificato a due passi proprio dal gate Huta, teatro degli scontri di ieri. L’installazione dei metal detector aveva scatenato una vera e propria battaglia il 21 luglio scorso, in una ‘Giornata della collera’ palestinese che si era conclus acon la morte di tre adolescenti uccisi e centinaia di feriti. Benyamin Netanyahu dal canto suo ha evocato la pena di morte per il palestinese che sempre il 21 luglio scorso ha ucciso tre israeliani nella colonia di Halamish, in Cisgiordania. Omar el-Abed di 19 anni, era rimasto ferito nel corso dell’assalto. “La mia posizione in qualità di primo ministro, in caso di assassinii simili, è quello che (l’attentatore, ndr) dovrebbe essere giustiziato, in modo da togliergli il sorriso dalla faccia”, ha detto Netanyahu incontrando la famiglia delle vittime e riferendosi alla testimonianza di uno dei sopravvissuti, secondo il quale l’attentatore rideva prima di iniziare a colpire le sue vittime con un coltello.

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