Come ogni anno, nell’ambito del summit Carovana delle Alpi, Legambiente ha assegnato le proprie bandiere verdi e nere (qui il dossier completo). Le verdi alle buone pratiche riscontrate sulle Alpi, le nere a quelle cattive. In Piemonte è stata una sola la bandiera nera assegnata, e proprio per quella centrale idroelettrica che il Comune di Rassa, in Valsesia, provincia di Vercelli, vuole realizzare sul proprio territorio, e di cui già parlai due anni fa.

Riassumiamo brevemente la vicenda. Il bellissimo borgo Walser di Rassa è situato alla confluenza di due rii ancora intatti, il Sorba e il Gronda. Nel 2009 la Abros Energia srl di Borgosesia ebbe la bella pensata di realizzare una centralina idroelettrica sul Sorba, ma il progetto venne bocciato in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via). Successivamente, nell’anno 2014, non più i privati ma lo stesso comune riprese, con varianti, il progetto dell’impianto sempre sullo stesso torrente, con relativa centrale nel bel mezzo del paese, prevedendo una captazione massima di 1.400 litri al secondo e media di 342. Nel novembre 2015 il progetto fu valutato dalla Regione Piemonte “strategico” nell’ambito del Piano di tutela delle acque. Tale piano detta dei vincoli per i corsi d’acqua di particolare pregio della Regione. Questi vincoli però, possono essere agevolmente superati sempre che l’opera, che snatura il corso d’acqua, sia collegata con altre iniziative, poco attinenti alla cura dell’ambiente, come nel caso di Rassa.

Ciò detto, se il progetto (che attualmente è in fase di Via) andasse in porto sappiamo bene come andrà a finire: il Sorba, per una parte del suo percorso, sarà ridotto a un rigagnolo e la sua valenza ambientale andrà a farsi benedire. Identica sorte hanno già subito centinaia di torrenti delle nostre Alpi dagli anni 80 dello scorso secolo in poi, purtroppo anche con la connivenza di una parte del movimento ambientalista, incapace di distinguere fra energia elettrica rinnovabile ed energia elettrica pulita.

La strameritata bandiera nera al Comune non è stata presa di buon grado dalla comunità locale. In particolare, Gianluigi Locatelli, sindaco di Fobello e presidente dell’Unione montana Valsesia, così si è espresso: “È una vigliaccata contro la nostra montagna e la qualità di ciò che offre la Valsesia”.

Dalle sue parole sembrerebbe che la Valsesia sia un esempio in campo ambientale. Evidentemente conosciamo due diverse Valsesia: io conosco soprattutto quella delle seconde case di Alagna, dell’ampliamento del Monterosa Ski, delle piste agro-silvo-pastorali realizzate e della “strada” che si vorrebbe realizzare nell’intatta Val d’Otro. Tanto che, un mio caro amico, Alessandro Sbragia, che diede vita al comitato ambientalista Noi Walser, dalla Valsesia è letteralmente fuggito per la disperazione. Ora, novello Cincinnato, coltiva ulivi in Liguria.

Tornando a Rassa, potrei parafrasare la scritta che comparve negli anni settanta su di un muro della Val Gesso contro l’impianto idroelettrico dell’Enel che era in corso di realizzazione: “Visitate la Val Sorba prima che il comune di Rassa la distrugga”.

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