Mentre Cedric Herrou, il contadino francese simbolo dell’aiuto ai migranti che cercano di oltrepassare il confine tra Italia e Francia, resta in stato di fermo nel commissariato di Cannes, la sua casa a Breil sur Roya è stata perquisita dalla polizia francese e l’accampamento di migranti che vi avevano trovato rifugio è stato smantellato. Una novantina di persone sarebbero state portate via e rimandate in Italia, a Ventimiglia o Taranto, mentre i migranti in possesso di documenti hanno potuto rientrare nella proprietà.

La perquisizione della polizia a casa di Herrou, la terza nel giro di pochi mesi, ha avuto luogo dopo che, il 24 luglio, l’anticonformista agricoltore aveva accompagnato oltre 200 migranti a Nizza per permettere loro di chiedere asilo in Francia, eventualmente raggiungendo in treno altre città e le rispettive prefetture con l’assistenza di volontari e militanti.

“Nessuno ci ha avvisati della perquisizione”, ha denunciato Me Zia Oloumi, avvocato di Herrou, sostenendo di ignorare il capo d’accusa nei confronti dell’agricoltore della Val Roya. “Stando agli elementi raccolti sinora, dal punto di vista giuridico non vi è nulla di cui lo si possa accusare”. Herrou ha già subito 3 fermi, un processo e almeno 150 ore di detenzione. Lo scorso febbraio l’agricoltore militante è stato condannato da un tribunale di Nizza a una multa di 3.000 euro con la condizionale per aver aiutato alcuni profughi a passare il confine tra Italia e Francia. È stato invece assolto da altri capi d’accusa, tra cui aver ospitati i profughi in luoghi non idonei e favorito la circolazione di migranti irregolari. Ciononostante il contadino disubbidiente ha più volte ribadito la sua intenzione di proseguire nelle “azioni politiche” come quella di Nizza, almeno finché la frontiera franco-italiana non sarà riaperta e ai richiedenti asilo non verrà garantita un’assistenza degna.

Gli attivisti di Roya Citoyenne, il gruppo legato a Herrou, hanno raccontato che quando la polizia ha fatto irruzione nella proprietà di Breil sur Roya tra i migranti si è scatenato il panico. I militanti parlano di “ennesima provocazione della polizia”, che avrebbe approfittato dell’assenza del padrone di casa per intimidire i richiedenti asilo.  Il terreno su cui Herrou coltiva ulivi in Val Roja, un’enclave montana stretta tra l’Italia e la Francia, si è trasformato in questi ultimi mesi in una sorta di grande accampamento con tende e roulotte, in cui hanno trovato riparo centinaia di profughi in fuga. Uomini, donne e bambini hanno fatto tappa dal contadino francese percorrendo a piedi i sentieri di montagna che dall’Italia conducono in Val Roja, prima di proseguire verso la Francia e altri Paesi europei nel tentativo di ricostruirsi un futuro.

Herrou era stato fermato dalla polizia e trattenuto in commissariato dopo che un centinaio dei migranti arrivati con lui a Nizza il 24 luglio era riuscito a salire su un treno diretto a Marsiglia assieme a un gruppo di volontari e attivisti. Ma alla stazione di Cannes erano stati bloccati da decine di poliziotti e costretti a scendere. Dopo una notte nei container della frontiera di Menton Garavan, la polizia francese li aveva consegnati a quella italiana. Una volta rilasciati, avevano dovuto raggiungere Ventimiglia a piedi.  “Molti di loro hanno piaghe sui piedi e dolorose lesioni provocate dalla scabbia”, racconta un gruppo attivisti di Roya Citoyenne che li ha raggiunti per prestare assistenza. “Sono stremati e non hanno un posto dove stare”.

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