Piazza Risorgimento a Roma, a due passi da San Pietro, si colora di rosso, blu e giallo: simbolo della bandiera del Venezuela. Al centro della piazza è stato allestito un gazebo per votare per il referendum contro il presidente Nicolas Maduro.

I cittadini venezuelani che vivono all’estero hanno votato in centinaia di città nel referendum non ufficiale organizzato dall’opposizione contro il presidente Nicolas Maduro, destinato a rafforzare la protesta contro il suo progetto di riscrivere la Costituzione. Seggi improvvisati sono stati allestiti in oltre 80 Paesi e secondo le previsioni l’affluenza degli espatriati sarà altissima, tre mesi dopo l’inizio delle proteste in cui nel Paese sono morte circa 100 persone. Il voto simbolico intende far sì che non si celebri il voto previsto il 30 luglio per creare un’Assemblea costituente che potrà riscrivere la Costituzione e dissolvere istituzioni statali.
Tre i quesiti nel referendum: se rifiutare l’Assemblea costituente, se le forze armate debbano difendere la Costituzione esistente, se convocare elezioni prima della fine del mandato di Maduro nel 2018. Un recente sondaggio di Datanalisis ha rilevato che il 67% dei venezuelani è contrario a una nuova Costituente, che riscriva la Carta riformata dall’ex presidente Hugo Chavez nel 1999.
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