Una scuola in fiamme, una “ragazzata”, i disegni dei bambini usati per appiccare il fuoco. E ora, i fondi che non ci sono per ridare aule agibili ai piccoli. Accade a Roma nel quartiere multietnico dell’Esquilino: il 18 maggio scorso, intorno a mezzanotte, un incendio ha devastato la scuola materna comunale Di Donato in via di Conte Verde, a due passi da piazza Vittorio. “Le fiamme si sono sviluppate nel bagno della scuola, ma i danni si sono estesi dappertutto”, spiega Giovanni Figà Talamanca, assessore alla scuola del I Municipio di Roma. “L’impianto di tubatura è completamente saltato. Vanno cambiati i pannelli del soffitto, e va ridipinto tutto il piano”.

La polizia indaga, ma le incursioni sono all’ordine del giorno da queste parti. “Bravate, forse, anche se detesto questo termine. Da tempo aspettiamo dal Comune che vengano messe delle telecamere di sorveglianza”. Il Dipartimento Lavori Pubblici del Comune ha infatti un apposito ufficio preposto agli impianti antintrusione per le scuole. La scena, entrando nella scuola, è desolante, con il forte odore di plastica bruciata che si sente ancora a due mesi di distanza. Per rimettere a posto l’edificio, e permettere alle attività didattiche di ripartire, ci vogliono – tutto incluso – intorno ai 200mila euro. Una cifra che il municipio non può movimentare da solo, “per quanto questo territorio sia sterminato e se fosse un comune autonomo sarebbe tra i cinquanta più grandi di tutta Italia”, chiosa Talamanca. No, bisogna passare dalla Ragioneria del Campidoglio. E il Campidoglio, per stanziarli, deve fare una variazione di bilancio. “Un’operazione contabile semplice”, dice ancora l’assessore. “Ma che a giugno, nonostante le promesse, non è arrivata”. C’è stata, in effetti, una variazione di bilancio il 23 giugno scorso. Tra i destinatari di fondi ci sono, ad esempio, interventi in alcune scuole del Municipio V ma della Di Donato non c’è traccia. Andrea Mazzillo, l’assessore al Bilancio del Comune di Roma, assicura che i soldi per il complesso dell’Esquilino arriveranno il 31 luglio.

“Intanto ci sono 75 bambini sfollati, insieme alle loro famiglie”, tuona Marina, mamma di Erika e Viola. I bimbi sono stati accolti in un altro istituto per il momento, e dovrebbero riuscire a trascorrere il prossimo anno scolastico all’interno dello stesso grande edificio della Di Donato, che ospita un asilo nido, la scuola dell’infanzia comunale andata a fuoco, la scuola dell’infanzia statale, la scuola elementare e la media, nonché l’istituto Sante de Santis che fa assistenza ai disabili. I genitori sono sul piede di guerra, perché è ormai chiaro che i loro figli non riusciranno a ritornare in questa scuola prima di gennaio. “E questo facendo la gara per i lavori ad agosto e annullando qualsiasi lungaggine burocratica almeno da parte del Municipio”, dice Talamanca.

Marina ha due bimbe. “La più piccola non ha capito cosa sta succedendo. Sa solo che non viene più in questa scuola”. Ma la più grande, racconta, ha capito. “Ha capito che hanno incendiato la sua classe e che lo hanno fatto apposta. E continua a chiedermi perché, cosa abbiamo fatto di male”.

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