Elisa Simoni lascia il Pd per passare ad Mdp. La decisione della deputata ex bersaniana, cugina di Renzi, è stata comunicata al capogruppo democratico Ettore Rosato dopo aver parlato con Andrea Orlando, leader della minoranza a cui la Simoni apparteneva. “Per me – ha spiegato Simoni ai compagni di corrente – le condizioni politiche per rimanere nel Pd sono esaurite. Per chi ha la mia storia è una decisione sofferta e dolorosa, ma inevitabile che avevo già preso da tanto tempo, avendo 8 anni di opposizione solitaria al renzismo a Firenze”. “Penso che – aggiunge la deputata – il nostro obiettivo resti comune e che forse da contenitori diversi potremmo un giorno meglio raggiungerlo”.

Un scelta, quella della Simoni, dovuta in gran parte al cambio di rotta ravvisato dalla politica all’interno del partito e per opera dello stesso segretario Matteo Renzi: “Il Pd è diventato ormai un’altra cosa – spiega la deputata in un’intervista rilasciata all’Huffington Post – Più simile a Forza Italia del ’94 che al Pd del Lingotto. Nelle politiche mi pare evidente, e non da oggi, il tentativo di inseguire il famoso voto moderato. È complicato spiegare ai nostri elettori che il Pd non ha cambiato natura mentre il segretario usa le ricette peggiori della destra declinate attraverso il vocabolario del populismo M5S. Sulla vicenda è intervenuto Matteo Richetti,  responsabile comunicazione del Pd: “La scelta della collega Simoni amareggia e va rispettata – commenta – Sono i fatti e l’azione del governo e l’azione del Pd a smentire però qualunque parallelismo con Forza Italia: è inaccettabile che venga addotta come motivazione” per l’addio al gruppo Dem.

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