Battibecco vivace a Omnibus (La7) tra il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, e Tobias Piller, corrispondente di Frankfurter Allgemeine Zeitung per l’Italia. Il nodo dello scontro è lo stato dei conti pubblici italiani, problema riaffiorato dopo la recente richiesta di Renzi all’Unione Europea per una maggiore flessibilità. Piller stigmatizza con toni duri la proposta del leader del Pd, che ha chiesto di far salire il deficit al 2,9% del Pil per 5 anni in modo da recuperare risorse con cui ridurre le tasse. “E’ una richiesta rischiosa per la finanza italiana” – commenta il giornalista tedesco – “perché questa proposta di Renzi fa aumentare molto il debito“. Borghi, in collegamento, scoppia a ridere e osserva: “Cominciamo bene”. Nasce una polemica serrata, in cui Piller dà dell’intollerante al suo interlocutore e il leghista ribatte ironicamente: “Sono anche xenofobo e razzista”. Piller inanella alcuni errori di politica economica di Renzi: “Quando è andato al governo, aveva detto che voleva far scendere il deficit a 0,3 nel 2017. E ha speso 70 miliardi di euro in più, altro che austerità. Avete visto qualche effetto sulla crescita? Io no. Questo Fiscal Compact non è fatto per fare una tortura all’Italia, ma è la controparte in un pacchetto. Monti” – continua – “nel 2012 diceva che c’era un rischio reale del fallimento dell’Italia. Per questo ha fatto tutto quel pacchetto di riforme che includeva la legge Fornero, cioè voleva così guadagnare la credibilità sul mercato. Ma non bastava. E allora si è fatto questo pacchetto, insieme al Fondo Salva-Stati, con cui si è chiesto a tutti gli altri di dare una garanzia sul debito“. Borghi contesta la dicitura di garanzia, ma Piller prosegue nel criticare l’Italia: “Il Fiscal Compact significa: vi diamo una garanzia, ma non dovete abusarne e in cambio dovete diminuire il deficit. Ma voler abolire il Fiscal Compact e tenersi la garanzia significa prendersi beffa degli altri in Europa. L’Italia è quel Paese che oggi ha un debito uguale a quello che aveva la Grecia quando è scoppiato”. Non ci sta Borghi, che osserva: “Il Fiscal Compact è stato approvato nel 2012 insieme a quelle che Piller chiama garanzie sul debito, come se fossero una specie di regalo. Quella che lui chiama una garanzia è stata in realtà una estorsione per l’Italia. Noi abbiamo pagato 63 miliardi ed eravamo un Paese che in quel momento, stando a quanto diceva la propaganda, non aveva soldi per pagare stipendi e pensioni. All’Italia sono stati tolti 63 miliardi che sono stati dati a tutti in Europa, in primis alla Germania attraverso le banche greche, e noi non abbiamo preso un centesimo“. Il giornalista tedesco ribadisce l’importanza del Fiscal Compact: “Era necessario per l’Italia, perché vi ha fornito una garanzia e vi ha permesso di abbattere lo spread. In caso contrario, avreste pagato molti più interessi e sarebbero esplosi i conti dello Stato. Adesso l’Italia paga 70 miliardi di euro di interessi, ma avrebbe dovuto pagare 200“. “La garanzia è stata data all’Italia dalla BCE, non dal Fiscal Compact”, obietta Borghi. “Anche la BCE vi ha aiutati”, replica Piller. “Non è che ci ha aiutato, ma ha aiutato se stessa”, precisa l’economista della Lega. Piller accusa di inaffidabilità l’Italia e aggiunge: “Ora i tedeschi non vogliono fare più trattati con voi“. Lapidario il commento di Borghi: “Ma magari“
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