“In caso di condanna, mi dimetterò solo se obbligato dalla legge Severino. Altrimenti continuerò a fare il sindaco”. In sintesi è questa la posizione del sindaco di Milano Giuseppe Sala nei giorni in cui la procura generale si appresta a chiederne il rinvio a giudizio per turbativa d’asta e falso nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per la piastra di Expo. “Dipende da come sarà la condanna. Non mi posso mica opporre alla legge. Ma ho risolto i miei dubbi rispetto alla mia tranquillità di poter fare bene il sindaco e rispetto alla qualità delle accuse che mi vengono mosse”. Le sue parole spiegano quanto annunciato in una intervista al Corriere della Sera (e non in consiglio comunale dove le opposizioni hanno chiesto che andasse a riferire): “Una condanna segnerebbe un punto fondamentale nel mio curriculum politico, e comunque segnerebbe me – ha detto al quotidiano -. Ma di sicuro finirò il mandato di sindaco”. Una posizione diversa da quella tenuta verso l’ex segretaria generale del comune, Antonella Petrocelli, invitata a dimettersi dopo un semplice rinvio a giudizio. Ma Sala è sicuro: “Ho risolto le cose con la mia coscienza”.

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