Era l’agosto del 1967 quando Citroen tirò fuori dal cilindro, con coraggio, la Dyane: l’evoluzione di quello che era stato il modello che dal dopoguerra (1948) aveva più degli altri rappresentato il suo marchio, ovvero la 2CV. Quindi proprio in questo periodo si festeggia il cinquantennale di un’auto che raccoglieva un’eredità pesante, tramandandola nel futuro con ammodernamenti ormai necessari. La meccanica era quella della 2CV, con trazione anteriore e motore boxer bicilindrico di 425 cc., ma a questa si aggiungevano novità per l’epoca, come le sospensioni interconnesse che garantivano un più alto livello di comfort. Comfort e praticità che, peraltro, si ritrovavano nell’abitacolo grazie a sedute più comode e a un ampio portellone posteriore. All’inizio la Dyane fu accolta con scetticismo: in Francia non si capiva perché la si dovesse acquistare in luogo dell’icona 2CV. La soluzione venne proprio dalla filiale italiana del marchio francese: dotare la Dyane di un motore più potente, da 602 cc., il che ne migliorò le prestazioni rendendola più appetibile.

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