A Genova c’è una battuta: «È morto il sig. Parodi», dice uno al suo amico che risponde: «Si vede che aveva la sua convenienza». È quello che è successo a Genova, a La Spezia, a Piacenza, a L’Aquila, a Parma, «dall’Alpe alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno» (A. Manzoni, Il Cinque Maggio 1821). Scrivete questa data, 25 giugno 2017, ballottaggio del secondo turno in più di cento città, da cui il Pd esce sderenato, inesistente, bastonato. Fin dal principio del suo segretariato, fu l’obiettivo di Matteo Renzi. Oggi può cantare vittoria e pavoneggiarsi di essere riuscito alla grande nell’opera di distruzione del proprio partito, di cui peraltro non è mai stato parte perché non ha mai saputo cosa fosse di sinistra, ben sapendo tutto della destra e del berlusconismo fin da quando nel 2010, il caro risuscitato, profetico gli disse: «Tu mi somigli».

Pare che i candidati non lo vogliano in campagna elettorale e lui si tiene alla larga per il terrore concreto che, se nelle periferie, si fosse vista la sua faccia di Crozza, i candidati avrebbero straperso ancora di più, sprofondando sottoterra. Del 46,2% dei votanti, più di due terzi ha votato destra o M5S, il resto ha preso sul serio il progetto politico di Renzi di allearsi a destra con Berlusconi. Costoro hanno detto: se voto Pd vado con Berlusconi, è meglio votare direttamente Berlusconi e non ne parliamo più.

Il 53,7% non è andato a votare Berlusconi o Lega per interposto Renzi, il quale per perdere di sicuro, probabilmente, ha imposto al governo ombratile Gentiloni di varare il decreto salva-banche venete con 5,5 miliardi di soldi dei cittadini italiani, messi a perdere mentre a Banca Intesa vende le banche venete in crisi per un euro. Tutto detto e fatto nel giorno delle elezioni. I casi sono due: o uno è scemo o è demenziale o è consapevole. I cittadini, almeno quelli più avveduti sono andati a votare con la foto di Renzi che salva le banche, che sorvola sul conflitto d’interessi della Maria Elena Etruria e suo con i rispettivi papi.

Renzi come un «maiale» della X Mas: nemico colpito e affondato. Il nemico di Renzi era il Pd. Oggi in casa del Nazareno (non quello di Nàzaret, per carità!) si brinda per la facile vittoria, costata sudore e fatica. Ora Renzi può guardare al futuro radioso e aspirare a meritate glorie. Con lui gioiscono tutti i non-«vergin di servo encomio» perché cominciano a capire che il loro problema è solo Renzi. Che farà Franceschini con Renzi? Continuerà a sostenerlo o prenderà le distanze? Giuliano Pisapia si è perso nei meandri del labirinto della ex-sinistra e la sua presenza risulta non pervenuta, liquida in mille rivoli di canaletti ostruiti e decrepiti.

In Liguria il Pd si è suicidato con le primarie truccate e comprate con i cinesi incorporati, che nel 2015 hanno eletto Raffaella Paita spianando la strada, anzi un’autostrada alla destra di Toti Giovanni che non sapeva nemmeno dove si trovasse Novi Ligure e della Lega. Ora il miracolo pidino renziano è compiuto alla perfezione: anche il Comune di Genova, sul cui stendardo brilla la Medaglia al valore di Resistenza, è offerto su un cuscino d’oro alla Lega, ai fascisti figli e nipoti di Salò e a Forza Italia, proprietà del pregiudicato Silvio Berlusconi. A tutto si aggiunga che l’amministrazione Marco Doria, di cui Gianni Crivello è stato un «pezzo importante» (lavori pubblici) non ha brillato né per originalità, né per iniziativa, né per presenza sul territorio. Caso unico nella storia, in cui un sindaco uscente non si presenta perché certo di non essere più rieletto.

Genova e la Liguria si mettano l’anima in pace: saranno in mano alla destra fascista, forzaitaliota e leghista per i prossimi venticinque anni. Tutto merito del Pd che ha perso la sua anima, svendendola dietro alla destra, facendo leggi per facilitare i licenziamenti, norme che costringevano i migliori ad andarsene da Genova, che ha abolito l’art. 18, che ha provata a sventrare la Costituzione, che ha messo in discussione anche la Resistenza, che ha distrutto la scuola, che ha affamato i poveri, che ha dato 80 euro e poi li ha richiesti indietro ai poveri più poveri «perché incapienti», che ha prediletto i petrolieri e le trivelle, che voleva rottamare per fare il deserto attorno a sé, volendo essere il re indiscusso del vuoto e del nulla. Missione compiuta. Tutto secondo copione.

Renzi e il suo ex Pd hanno perso Genova e l’Italia. Si vede che avrà avuto la sua convenienza.

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