In questi anni ho conosciuto diversi esponenti del Movimento 5 Stelle. Ho ammirato il loro attaccamento alla realtà e la loro volontà di essere indipendenti solo dalla parte del cittadino. Spesso mi hanno ascoltato e sostenuto nelle mie lotte solo dalla parte dei pazienti. Per questo motivo quando ho letto con molta attenzione il programma Salute nazionale sono rimasto deluso per il linguaggio politichese, classe a cui dicono di non voler appartenere, lontano dalla realtà di tutti i giorni dei cittadini che si confrontano con la salute e con la malattia.

Ma veniamo al merito: tante parole e poche proposte reali e concrete.

Alla pagina 3 si parla di lotta agli sprechi che, come nelle migliori tradizioni del catto-comunismo che ha governato negli ultimi 70 anni, verrebbe attuata con nomine di direttori generali scelti non dalla politica ma da “un consiglio o comitato in cui intervengano anche membri esterni e indipendenti ecc” con “commissioni di valutazione indipendenti” che selezionano “sulla base di competenze certificate”. Insomma se una persona ha una valida idea ma non un valido curriculum magari gonfiato da favori, è da escludere a priori. Forse il M5S vuole compensare le evidenti lacune di base con persone di alto profilo. A prescindere dalle idee.

Poiché voglio essere onestamente critico, per il mio senso di democrazia, mi piace molto il punto 3 della pagina 4 dove si evidenziano le criticità del sistema ECM (Educazione continua in medicina) ma non si fa una proposta compensativa. La mia idea da anni, senza un curriculum di alto livello ma con un’esperienza quotidiana a contatto con il paziente, è di abolire tutti i congressi, facendone solo uno all’anno e online per specialità, e obbligare i professionisti del sistema sanitario nazionale a spostarsi fisicamente per “insegnare” sul campo nuove procedure.

La cosa che mi ha lasciato più esterrefatto è il punto 5 della pagina 4 che riporto integralmente:

Realizzare l’informatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale previsto dall’articolo 14 del Patto per la salute, entro e non oltre le scadenze programmate dall’Agenda Digitale, con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza ed un efficace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali che diano evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza

Tento di fare una traduzione dal politichese: se il M5S andasse al governo vorrebbe completare il fascicolo sanitario nazionale. Chi ha scritto non prende in considerazione l’elementare raccomandazione che occorre invece togliere la gestione dei dati sanitari da enti come Lombardia Informatica che possono, con semplici delibere decise dalla politica e non dai cittadini, sfruttare i dati sanitari. Inoltre la verifica dei risultati gestionali (sic!) viene rapportata al risultato clinico? Come per dire: non mi importa o non so se il cittadino ha o meno la cataratta, l’importante che il risultato clinico sia efficace.

Dimentica infatti il Movimento 5 Stelle un argomento indispensabile in sanità in tutta Italia: un appropriato sistema di controllo basato sul campione dei pazienti, prima durante e dopo il loro accesso al sistema. Per curare e di conseguenza per risparmiare. Il mio sistema di controllo pubblico potrebbe essere preso in considerazione su tutto il territorio: il mio progetto, History Health, in contrapposizione con il fascicolo sanitario nazionale, verte sulla gestione soggettiva dei dati sanitari; forse si pone in contrasto con il Titolo V, come mi è stato risposto, ma sicuramente è a favore dei cittadini. I politici, di più chi pensa di voler governare, devono trovare le idee non le parole per attuare un nuovo percorso indipendente, che porti a una svolta tale da “salvare” il nostro Welfare.

Nulla da eccepire sull’educare alla buona alimentazione. Difficile parlare invece degli specialisti “utilizzati” dal sistema solo per il periodo di specialità e “dimessi” totalmente alla chiusura del corso universitario: un sistema perverso, dovuto alla mancanza di fondi, per poter assumere nel sistema nuovi medici con “invecchiamento” reale della classe. La mia idea è quella di tornare a far studiare gli specializzandi in modo da poterli assumere finito il corso con i soldi recuperati dalla medicina difensiva e dalla corruzione sanitaria. Ho dimostrato che è facile farlo, se la politica è disposta ad agire. Non basta nominare persone di alto profilo con comitati dispendiosi ed inutili, ci vogliono controlli efficaci e idee efficienti.

La politica del farmaco, poi, non riesce a far emergere il danno causato dagli intrecci fra le lobby della classe medica e dei farmacisti. La mia idea è quella di imporre la produzione di farmaci “specifici” con costo intermedio fra il brand ed il generico, controllato direttamente da un sistema di farmacovigilanza reale. Certo, occorre cambiare molto ma partiamo dalla certezza che il sistema attuale non funziona per poi agire.

Manca dal programma, infine, un capitolo importantissimo che è la medicina del territorio, che deve essere alla base di quel contatto umano che le aziende sanitarie hanno eliminato: il medico di fiducia deve fungere da controllore e filtro di salute, anche psicologica, per i cittadini.

Sono contento che il “programma” sia stato votato da 19.559 “iscritti”: la salute degli italiani potrà essere garantita oltre che dagli iscritti anche dagli altri milioni di italiani che hanno votato il cambiamento annunciato dal M5S. A meno che il programma non sia blindato.

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