Se, come dicono i giornali, l’ad di Consip Luigi Marroni ha confermato le accuse nei confronti del ministro Luca Lotti, significa che “conferma di non avere più un rapporto di fiducia col governo”. E per questo non può più stare al vertice dell’azienda che si occupa di appalti della Pubblica amministrazione. Il ragionamento è di Emanuele Fiano, deputato del Pd, capogruppo in commissione Affari costituzionali. Un pensiero espresso durante la puntata di Omnibus, su La7. Una tesi ribadita poco dopo quando il giornalista del Fatto Marco Lillo ha rovesciato la domanda: quindi se avesse smentito quello che aveva detto nel primo interrogatorio, l’avreste lasciato lì? Risposta di Fiano: “Non lo so, la storia non si fa con i se”.

Alla fine del passaggio il parlamentare del Pd ha assicurato che Lillo aveva capito male. Ma è sufficiente il voto di ieri al Senato per capire da che parte stanno il governo e la maggioranza. Da una parte Luigi Marroni – testimone non indagato che sostiene di aver saputo dell’inchiesta Consip dal ministro Lotti e che da lui ha saputo della presenza di cimici negli uffici dell’azienda – viene allontanato dal suo posto con il voto dei democratici e di ampia parte del centrodestra. Dall’altra il ministro dello Sport Luca Lotti – che ha anche la delega al Cipe, cioè il comitato interministeriale per la programmazione economica – resta dov’è nonostante sia indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio.

Lo scambio a La7 tra Lillo e Fiano
Durante lo scambio nel programma di La7 Fiano osserva: “Il vertice di quell’azienda così importante per la spesa pubblica dello Stato, se ha un rapporto di totale non fiducia non dico con Matteo Renzi, ma col governo attuale, come fa a mantenere quell’incarico?”. “Perché prima Marroni poteva mantenerlo? – gli chiede Lillo – Perché nei sei mesi precedenti sì? Perché ha potuto gestire miliardi di euro dei nostri soldi? E’ la stessa domanda che le ponevo qualche tempo fa a PiazzaPulita. Cosa è cambiato?”. Fiano replica: “Lei ha sostenuto che nel secondo interrogatorio di Marroni avrebbe confermato tutte le sue accuse. Peraltro, io non so come abbia delle notizie che per adesso dovrebbero stare nella Procura della Repubblica e infatti le domanderei se ha per caso in mano qualche fuga di notizie o se per caso c’è qualche inchiesta su di lei per fuga di notizie”. “Veramente è una notizia scritta dall’Ansa”, risponde il giornalista. “Bene, lei ha citato l’Ansa – ribatte Fiano – dicendo che Marroni avrebbe confermato le accuse”. “E per questo lo avete cacciato?”, chiede il giornalista del Fatto. “Beh, lui conferma di non avere più alcun rapporto di fiducia col governo che lo ha espresso”, risponde il deputato Pd. E Lillo commenta: “Questa è una notizia: il deputato Fiano dice che Marroni è stato cacciato perché ha confermato le accuse”. Fiano cerca di correggere il tiro: “No, ho detto qual è il racconto che lei ha fatto per adesso sulle accuse di Marroni”. “No, lei ha detto che, poiché Marroni ha confermato le accuse e quindi ha manifestato questa sfiducia nel governo, allora lo avete cacciato”, osserva Lillo. “Beh, non so…”, replica Fiano. “Ergo – riprende Lillo – se Marroni non avesse confermato le accuse, non lo avreste tenuto?”. “Non lo so” – risponde Fiano – La storia non si fa con i sé, ma in questo momento questa persona non dichiara un rapporto di fiducia”.

(elaborazione del testo di Gisella Ruccia)

Renzi: “Altro show in Parlamento, ma non si parla delle prove false”
Nel frattempo il tema è ripreso dallo stesso segretario del Pd Matteo Renzi, ma dal suo particolare punto di vista. Su Consip, scrive nella sua e-news  “si continuano a fare gli show in Parlamento e sui giornali per una presunta fuga di notizie, per un presunto concorso esterno in traffico di influenze. Sono sempre le stesse notizie, che ritirano fuori ciclicamente ogni tre mesi. Ma noi continuiamo a domandare: non vi fa accapponare la pelle l’ipotesi che siano state costruite prove false contro esponenti delle Istituzioni? Questo è il punto. Vogliamo la verità. Se poi fosse possibile averla presto, ancora meglio”. “Qualunque sia il nome, qualunque sia il ruolo – prosegue – sono state falsificate le prove o no? Durante lo show di questi giorni non ne ha parlato nessuno, ma questo è il punto. Vogliamo la verità. Solo la verità. Tutta la verità”.

Gotor: “Gentiloni tolga a Lotti le deleghe al Cipe”
Ma Mdp non molla e continua a chiedere al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di togliere le deleghe al ministro Lotti, in particolare quella al Cipe: “C’è un evidente conflitto d’interessi – spiega Miguel Gotor a Repubblica – In un Paese normale non sarebbe possibile, una democrazia non tollera gli intoccabili”. Sul fatto che Mdp appaia un partito d’opposizione e Forza Italia un partito di maggioranza, il senatore Mdp replica: “Vi stupite? La vicenda Consip è una spia del potere degli ultimi anni, nel triangolo Fivizzano-Laterina-Pontassieve, in cui si ha l’impressione che il perimetro del potere sia troppo spesso stato tracciato con la squadra e il compasso toscani. Il centrodestra alza la voce, ma poi si acconcia”. “Il centrosinistra – dice ancora – è nato con alle spalle le battaglie etico-civili di Nino Andreatta sul Banco Ambrosiano, Sindona e la P2. Il padre della Boschi ha incontrato il faccendiere Flavio Carboni nell’indifferenza generale: il problema politico è qui”.

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