Sono stati liberati i 32 ostaggi che, nella giornata di domenica, sono stati coinvolti nell’attacco jihadista ad un residence turistico alla periferia di Bamako, la capitale del Mali. Lo riferisce un portavoce del ministero della Sicurezza maliano. Ancora da accertare il numero delle vittime: il ministero per la Sicurezza parla di 2 morti, mentre fonti della polizia maliana di tre. Secondo le prime ricostruzioni, una coppia di stranieri che si trovava nella hall è stata subito uccisa, mentre un altro ospite dell’hotel ha perso la vita davanti al suo bambino di 5 anni. Una delle vittime, da quanto ha confermato dal governo, è di nazionalità franco gabonese. Sette i feriti, quattro dei quali in gravi condizioni. La Farnesina, mentre continuano ulteriori verifiche, ha comunicato che al momento non ci sono italiani coinvolti nell’attacco.

La sparatoria è iniziata a metà pomeriggio all’interno del resort di lusso Campement Kangaba. Contattato per telefono dalla testata francese Paris Match, un dipendente del villaggio, molto frequentato da occidentali, ha riferito che gli assalitori avrebbero gridato “Allahu Akbar” al momento dell’attacco.

Dopo l’allarme, le forze speciali maliane, assistite dai caschi blu di Minusma, hanno accerchiato tutto il perimetro del complesso turistico, mentre gli assalitori hanno cercato rifugio in una collina dietro il resort. Il residence Kangaba è un complesso alberghiero costituito soprattutto da lodge di un certo livello, con numerose piscine e vegetazione gradevole. Ai turisti vengono proposte molteplici attività sportive e culturali.

Secondo quanto annunciato dal ministro per la sicurezza Salif Traore a Radio France International, cinque militanti coinvolti nell’attacco sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, alla periferia della capitale Bamako.  “Si tratta senza dubbio di un attacco terroristico – ha dichiarato il ministro- le forze antiterrorismo sono arrivate sulla scena immediatamente: cinque terroristi sono stati uccisi. Le operazioni sono durate tutta la notte”. Il ministro ha aggiunto che i militanti avevano alcuni complici che non sono stati né uccisi né arrestati.

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