Non a tutti i bambini piace leggere. A volte per pigrizia, o come riflesso degli esempi scoraggianti che diamo noi adulti. Ma a volte capita di nascere con problemi di non facile identificazione. E per risolverli occorrono comprensione, competenza , strumenti. Soprattutto, strumenti dedicati. Durante la mia esperienza di libraio mi sono confrontato con genitori che avevano bisogno di libri per bambini con disturbi di apprendimento, desiderosi non solo di leggere per il proprio piacere, ma anche per superare i “complessi” sorti in classe, dove, per la difficoltà di seguire il testo o di comprendere e ricordare ciò che si era appena letto, venivano indicati come svagati, distratti o perfino sciocchi. E invece si trattava solo di dislessia, un disturbo neurologico caratterizzato dall’incapacità di leggere e intendere un testo, pur comprendendone ogni singola parola, diagnosticabile solo dopo i sette anni.

La prima volta che ho sentito parlare di questo disturbo è stato vedendo una puntata della serie Beverly Hills 90210. Potrà sembrare ridicolo, ma in famiglia nessuno ne soffriva e, negli anni della scuola, maestre o professori non ne avevano mai parlato. Quindi nessuno aveva suggerito soluzioni basate su testi specifici. Erano volati solo pregiudizi. Col tempo, la consapevolezza nei confronti di questi disturbi si è fatta maggiore, portando l’Associazione italiana dislessia (Aid) a riscontrare la presenza in ogni classe italiana di almeno un bambino con problemi di apprendimento nella lettura, nelle competenze ortografiche, grammaticali, o nei calcoli matematici.

Come di consueto, rispetto all’estero siamo in arretrato. Ma per fortuna anche in Italia c’è qualcuno che ha scelto di dedicarsi a combattere questi problemi con impegno e professionalità. I pionieri nostrani, fondatori del progetto Alta leggibilità, sono i responsabili della casa editrice Biancoenero che, da oltre venti anni, costruisce storie per riavvicinare bambini e ragazzi dislessici alla lettura. Per far questo hanno lavorato due anni alla realizzazione di un carattere topografico capace non solo di ridurre al minimo le incertezze nei lettori, ma di essere fruibile e godibile da chiunque, anche nella prospettiva di non creare dipendenze dallo stesso, in una visione non statica ma dinamica dell’alta leggibilità. Perché i lettori crescono.

I padri della font biancoenero® furono Umberto Mischi e Riccardo Lorusso, due giovani grafici che, sfruttando l’entusiasmo dei loro 20 anni e il sostegno di numerosi terapisti, hanno dato vita a uno strumento oggi ampiamente usato soprattutto in ambito didattico. Biancoenero la mette infatti gratuitamente a disposizione per chi non ha obiettivi di lucro, e condivide le informazioni raccolte sulle accortezze grafiche come il testo non giustificato o il colore della carta non trasparente. Il tutto senza perdere di vista l’obiettivo principale: pubblicare libri appassionanti.

Il loro metodo di lavoro li porta a collaborare coi bambini stessi, dando vita a una filiera che, attraversando le classi, sfocia in uno straordinario scambio di esperienze redazionali, in cui i più giovani fanno domande agli autori, sollevano questioni, indicando incongruenze invisibili agli occhi di un adulto. Questo metodo, certamente più lento e artigianale di quello di un grande editore, garantisce prodotti finiti realmente capaci di venire incontro alle necessità di chi ha bisogno di sostegno, senza rinunciare alla qualità. Tra gli ultimi titoli pubblicati Il grande cane rosso e Giancretino e io, di Vincent Cuvallier, e L’inaugurazione del Poseidon di Davide Calì. Tutti divertentissimi e rigorosamente ad alta leggibilità.

Tra gli orizzonti possibili della lettura, vale la pena segnalare anche la carta d’alga usata dall’editore Le Rane per i suoi albi. Un ritrovato avveniristico che permette di risparmiare preziosi alberi, utilizzando, in luogo della cellulosa, alghe provenienti da ambienti lagunari inquinati. Io e mio figlio ci siamo divertiti moltissimo a leggere l’avventura de Il Leone Felice di Louise Fatio. Non solo per scoprire le reazioni della gente di fronte alla cordialità dell’amichevole felino a spasso per la sua cittadina francese, ma soprattutto immaginando di trovare qua e là tra le pagine quei pesci abituati a nuotare tra le alghe che si sarebbero poi trasformate in pagine di qualità. È anche in queste suggestioni che i più giovani potrebbero scovare l’anelito a diventare scienziati, inventori, ecologi o editori. Insomma, i migliori adulti del futuro.

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