I cervelli” rientrati in Italia utilizzando le agevolazioni fiscali e poi tornati all’estero potrebbero far causa allo Stato, visto che è stata introdotta una norma retroattiva che modifica le regole precedenti. Mentre con l’arrivo degli indici sintetici di affidabilità che andranno a sostituire gli studi di settore si potrebbe registrare una riduzione del gettito. Il servizio Bilancio del Senato passa sotto la lente la manovrina correttiva dei conti pubblici, arrivata a palazzo Madama per la seconda lettura. E tra le novità inserite in prima lettura da Montecitorio sono diverse le misure che, secondo i tecnici, andrebbero illustrate in modo più chiaro nella relazione tecnica aggiornata. Che al momento della realizzazione del dossier ancora non è arrivata. Si chiede, per esempio, di chiarire che norme come la riassegnazione dei poteri all’Anac non comportino ulteriori costi e di fornire il quadro decennale dei costi finanziari per l’assunzione dei 15.100 docenti, insieme alle proiezioni demografiche della popolazione scolastica.

I cervelli tornati da meno di due anni dovranno restituire i benefici  La misura stabilisce che i contribuenti rientrati entro il 31 dicembre 2015, per beneficiare delle agevolazioni fiscali, dovevano mantenere la residenza in Italia per almeno due anni. E ha un effetto retroattivo. Per chi non rispetta il termine dei 24 mesi è previsto il recupero dei benefici già fruiti con l’applicazione dei relativi interessi e sanzioni. Le norme potrebbero avere effetti negativi sul bilancio dello Stato, a causa delle possibili cause tributarie che potrebbero avviare i contribuenti interessati dalla norma.

Per le assunzioni nelle scuole serve un “quadro decennale dei costi” – La misura che consente di portare al 100% il turn over nei comuni fino a 3.000 abitanti (per gli enti con rapporto di spesa del personale ed entrate correnti inferiori al 24%) determina un “irrigidimento del bilancio e della sua gestione”. Per quanto riguarda le assunzioni nelle scuole, scrivono i tecnici, manca il quadro delle proiezioni finanziarie, che nei casi relativi al pubblico impiego deve avere un riferimento decennale. Andrebbero inoltre forniti elementi aggiuntivi sulla necessità di assumere 15.100 docenti rispetto alle ipotesi demografiche, compresi i dati migratori.

Troppo ottimismo sulle ritenute sugli affitti brevi – Le stime di gettito per il 2017 dalla ritenuta sugli affitti brevi considerano 7 mensilità (da giugno a dicembre), ma la ritenuta dell’ultimo mese sarà versata a gennaio del 2018: di conseguenza l’incasso deve essere calcolato su sei mesi. Per quanto riguarda la web tax, che però in realtà si configurerà come un accordo preventivo tra i gruppi che operano su internet e le Entrate, si sottolinea la complessità delle attività che l’Agenzia dovrà svolgere.

Articolo Precedente

Agenzia delle Entrate, il governo nomina direttore generale Ernesto Maria Ruffini. Ora è numero uno di Equitalia

next
Articolo Successivo

Crescita, Ocse rivede al ribasso quella italiana: nel 2018 la Penisola ancora fanalino di coda con +0,8%

next