L’affaire olio di palma – che ha provocato il bando del prodotto senza che ne fosse provata la “pericolosità”, era stato usato anche da un concorrente di Ferrero. L’azienda italiana ha vinto la battaglia legale contro Delhaize per Nutella. La Corte d’appello di Bruxelles ha dato ragione al gruppo di Alba, stravolgendo la sentenza di primo grado, ed ha ordinato al gruppo Delhaize di cessare la campagna sulla cioccolata spalmabile certificata “senza olio di palma”.

Ferrero accusava la campagna della società belga di essere “menzognera, ingannevole, e denigratoria” verso uno dei prodotti italiani più amati nel mondo e che vanta purtroppo molte imitazioni. La nona camera della Corte d’appello di Bruxelles – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Belga –  ha ordinato al gruppo Delhaize di interrompere la campagna sul cioccolato “senza olio di palma”, pena la penalità di 25mila euro a violazione (o qualsiasi diffusione, carta o via web, la sua campagna), con un massimale totale di sanzioni di un milione di euro.

Secondo Ferrero le dichiarazioni sull’ambiente e sulla salute della campagna di Delhaize avevano l’obiettivo di denigrare la Nutella, che appunto contiene olio di palma. Nella sentenza di circa 70 pagine, la Corte afferma che Delhaize ha reso dichiarazioni comparative illegali perché non verificabili e quindi non obiettive. Per i magistrati l’azienda belga facendo credere che la propria cioccolata spalmabile fosse migliore per la salute poiché priva di olio di palma, ha alterato il comportamento del consumatore.

Non è il primo contenzioso tra Delhaize e Ferrero. Nel febbraio del 2016 in Belgio, paese dove si difende la ‘purezza’ del cioccolato – i giudici avevano decretato che un grande supermercato poteva vendere con il nome ‘Choco’ la propria crema da spalmare a base di nocciole ma priva del tutto di cioccolato. Anche se il prodotto evoca il consumatore, con l’immagine e l’imballaggio, l’italianissima Nutella. In quel caso il Tribunale del commercio belga non ha accolto la tesi di Ferrero argomentando che Delhaize non insinuasse che il cioccolato fosse un ingrediente dell’alimento, ma che lo utilizzava per indicare il gusto o il sapor e che comunque la parola “choco” non era regolamentata.

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