C’è voluta una maratona fino a notte fonda, svariate sospensioni e un’occupazione d’aula, cartelli, urla, proteste, espulsioni, sgomberi. Ma alla fine il Comune di Roma ha approvato il nuovo regolamento per il commercio su suolo pubblico. Quello che le opposizioni e gli abitanti del centro hanno bollato come “Salva Tredicine”, ma che in aula è stato contestato per ragioni opposte dagli stessi ambulanti (o almeno da una parte di loro). Un testo che non piace a nessuno ma che il gruppo dei 5 stelle rivendica con orgoglio: permetterà al Comune, tra le altre cose, di mettere le mani sulla Festa della Befana di Piazza Navona (uno dei veri obiettivi del provvedimento), ma forse non di riformare in profondità il settore delle bancarelle. Il Movimento, del resto, è dichiaratamente “No Bolkestein”. E questa posizione viene ribadita anche nel documento. Perciò per avere un vero riordino delle postazioni bisognerà aspettare l’opera di pulizia del tavolo del decoro, a cui sta lavorando l’assessore al Commercio, Adriano Meloni. Ammesso che glielo lascino fare.

CAOS IN AULA – Non deve sorprendere tutta questa agitazione per un semplice regolamento comunale: quello delle bancarelle è un business che coinvolge oltre 11mila operatori, vale decine di milioni di euro (anche se nelle casse della Capitale ne finiscono appena 4, cifra che si riduce a 1,5 milioni per i soli ambulanti, vero oggetto del contendere) e riguarda tutti i cittadini, spesso esasperati dall’invasione di banchetti e carrettini. Così la discussione per il via libera è stata a dir poco concitata. Il Pd e le opposizioni hanno più volte protestato, facendo ostruzionismo con quasi 200 emendamenti e occupando i banchi della presidenza, iniziativa che è costata la sospensione a Orlando Corsetti, il consigliere firmatario della controproposta dem. Il M5s ha gridato al complotto dei giornali che hanno diffuso “false notizie”, e pure degli uffici che avevano dato inizialmente parere sfavorevole, poi superato con alcune modifiche. In mezzo la contestazione degli operatori presenti in massa in aula, compresi alcuni membri dei Tredicine. Evidentemente si aspettavano paletti ancora più larghi. Soprattutto, volevano rinviare ogni discorso a dopo la discussione in parlamento, perché sperano ancora che la loro categoria venga stralciata dall’applicazione della Bolkestein. Ma il M5s ha tirato dritto, con una maratona notturna fino alle 7 del mattino e oltre 20 ore di seduta spalmate su tre giorni. Oggi finalmente è arrivata l’approvazione definitiva, tra le urla degli ambulanti.

AL COMUNE LA FESTA DELLA BEFANA – I contenuti sono quelli già anticipati da ilfattoquotidiano.it. L’articolo 12 di fatto blinda i titolari attuali grazie al peso preponderante attribuito all’anzianità (secondo quanto previsto dall’intesa con le Regioni): con o senza Bolkestein, sarà quasi impossibile che le licenze possano passare di mano. I residenti di Monti si lamentano per l’apertura alla somministrazione commerciale nei mercati, la consigliera Nathalie Naim denuncia la rimozione del vincolo sulla specializzazione merceologica originaria: “Immaginate una bancarella a Piazza Venezia nata per vendere fiori che si mette a smerciare pentole. Un obbrobrio”. Tra i tanti effetti del regolamento, poi, ci sarà anche quello di strappare al Municipio I la famosa festa della Befana di Piazza Navona, che l’amministrazione locale negli ultimi anni aveva ripulito dalle bancarelle anche a costo di far saltare la festa. “Ora non saremo più in grado di proteggere la nostra piazza”, spiega l’assessora Tatiana Campioni. Il gruppo M5s invece ha difeso in maniera convinta il provvedimento: tra le novità rivendicate dalla maggioranza, il tetto di 5 licenze a famiglia (“Prima non c’era nessun limite, è una rivoluzione”) e l’obbligo di fideiussione per poter riscuotere le eventuali sanzioni. “Un intervento sul settore non era più rinviabile, abbiamo fatto il massimo dal punto di vista tecnico e legale”, spiega il firmatario Andrea Coia.

DOPO L’ESTATE RIORDINO DELLE POSTAZIONI – In realtà anche dentro al Campidoglio c’è chi sembra meno entusiasta dell’approvazione: l’assessore al Commercio, Adriano Meloni, definisce il nuovo regolamento come un “timido passo avanti” nella riforma del settore. La sua freddezza sui lavori della Commissione non è mai stata un mistero: lui vorrebbe un intervento più deciso. E a questo sta lavorando, insieme alla Soprintendenza: a quanto risulta a Ifatto.it, entro fine luglio il Tavolo del Decoro dovrebbe portare a termine la revisione organica di tutte le postazioni nel centro storico, con la delocalizzazione delle bancarelle dalle aree più delicate ad altre zone. I suoi risultati (a cui poi dovrebbero accodarsi i piani di riordino dei municipi periferici) dovrebbero confluire in una delibera di giunta, da approvare in assemblea in autunno. “Così e con l’arrivo della Bolkestein faremo pulizia”, promette Meloni. Anche se il M5s (e il suo nuovo regolamento) a quella direttiva sono dichiaratamente contrari.

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