La rivincita della carta. Questa è la frase che ho letto più spesso negli ultimi giorni, in particolare dopo i dati diffusi da Marco Ferrario, fondatore di Bookrepublic, al Salone Internazionale del Libro che si è tenuto a Torino dal 18 al 22 maggio. Ed è stata l’unica volta che a Torino si è parlato di editoria digitale, perché il protagonista era il libro cartaceo. La manifestazione ha avuto una partecipazione record, contrariamente a Tempo di Libri, dove l’ebook ha avuto molto spazio.

Ora c’è chi sostiene che Tempo di Libri non avrà una seconda edizione, altri pensano che i “milanesi” dovranno trovare un accordo con i “torinesi”. Per quanto mi riguarda, sono convinta che siano complementari e che ci sia spazio per le due manifestazioni.

Ma torniamo agli ebook. Prima di addentrarci nei numeri, vale la pena ricordare che Bookrepublic è la più grande libreria italiana online dove acquistare libri in formato digitale. Propongono ebook di qualità corredati da numerose informazioni. Inoltre, è una piattaforma di distribuzione per contenuti digitali a disposizione degli editori. Marco Ferrario ha ammesso che si aspettavano migliori risultati e una maggiore diffusione della lettura digitale. Ma sappiamo che l’Italia è un Paese piuttosto conservatore e fa fatica ad elaborare e accettare i cambiamenti.

In realtà, secondo i dati di Aie (Associazione Italiana Editori), tra il 2015 e il primo semestre del 2016, 5 milioni di persone, vale a dire l’8,2% dei lettori italiani, ha acquistato un ebook. In calo rispetto al 2014. Anche i download sono diminuiti: 500mila tra il 2013 e il 2015. In digitale legge solo il 2%, rispetto al 61% che preferisce ancora il cartaceo. Però, secondo uno studio di Pepe Research, il 18,5% legge nei due formati. Quello che indubbiamente cresce è la pubblicazione in formato digitale: 51692 titoli nel 2014 e 62544 nel 2015. Anche il fatturato è aumento, vale ormai 51 milioni di euro.

Personalmente sono convinta che ci sono libri che si acquistano in formato digitale e altri che si desidera possedere in cartaceo. Sono due modalità di fruizione che convivono serenamente e senza farsi la guerra. E per il mercato dell’editoria gli ebook rappresentano un’opportunità di business, anche se ancora poco compresa e utilizzata. Ad esempio, per tutti quei titoli ormai fuori catalogo che potrebbero, invece, essere proposti in formato digitale.

Dovrebbe anche far riflettere una notizia: Amazon sta aprendo negli Stati Uniti librerie fisiche. Ormai ne ha ben sette – San Diego, Chicago, Denham, Lynnfield, New York, Washington e Seattle – e ha già annunciato l’apertura di altre sei – Walnut Creek, Los Angeles, San Jose, Paramus, New Yor e Washington– nei prossimi mesi. In questi negozi, che nascono dall’esperienza ventennale della società di Jeff Bezos, vengono proposti i libri che hanno riscosso maggior successo nel sito online. Quindi potrebbero sparire i bestseller per lasciare spazio ad autori autopubblicati. Non ci sono i prezzi, per scoprirli è necessario usare la App di Amazon dal proprio smartphone o utilizzando gli strumenti presenti nel negozio. Inoltre, non si usa il contante ma solo transazioni elettroniche.

Insomma, dopo aver sbaragliato tutti i maggiori concorrenti con l’introduzione dell’ebook e dell’acquisto online e con una politica commerciale molto aggressiva, ora la società di Seattle sta occupando gli spazi che si sono liberati con un nuovo modello di negozio fisico. E, sono sicura, che questo è solo l’inizio.

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