Bruno Vespa ha appena avvertito la Rai di sentirsi artista a tutti gli effetti. L’arte è una passione che ti prende da piccolo, ed egli evidentemente la subì in fasce. L’artista, notoriamente un creativo, allenato dalla fantasia e chiamato al teatro della vita dal suo impellente bisogno di esercitarla quotidianamente, chiede rispetto per il suo talento e soprattutto per il suo portafogli. Potrebbe mai la Rai, ritenendolo solo un bravo giornalista, condannarlo a un assegno di povertà da 240mila euro?

E’ chiaro che Vespa è un artista e come tale ha diritto alle libagioni previste per gente della sua classe. Ne consegue, se non capiamo male, che Porta a Porta in questi anni è stata solo un cabaret, un modo per far sollazzare il telespettatore incapiente e demoralizzato organizzandogli un trastullo in seconda serata.

Signore e signori, ecco la prova regina che la fantasia supera e di gran lunga la realtà.

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Bruno Vespa scrive alla Rai contro il tetto stipendio al suo contratto da artista: “No a norme contra personam”

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