Non c’è storia per nessuno“. È un’esclamazione entusiasta quella scelta dall’ex sottosegretaria ai Trasporti e alle Infrastrutture, Simona Vicari, per comunicare a Ettore Morace il via libera all’emendamento che introduceva un aumento light dell’Iva per gli armatori. L’imprenditore – per l’accusa – si sdebiterà pochi giorni dopo, ma senza strafare. “Dobbiamo prendere due Rolex, d’acciaio, i più economici“, è l’ordine che Morace dà ad un suo dipendente. Alla fine verranno acquistati due orologi del valore di 5.800 euro. Sì, perché un cronografo arriverà in dono anche a Marcello Di Caterina, già deputato nazionale del Pdl e collaboratore dell’ex ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi.

Anche lui, insieme alla senatrice di Alternativa Popolare, è indagato per  corruzione nell’inchiesta ha portato all’arresto di Morace, dell’ex sindaco di Trapani – ricandidato alle prossime elezioni – e deputato siciliano Girolamo Fazio, e del funzionario regionale Giuseppe Montalto. Almeno sette gli indagati in un’indagine che è composta da diversi tronconi: uno riguarda anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, accusato di concorso in corruzione. 

“Vicari – Morace, rapporti vischiosi” – Il filone principale dell’attività investigativa del procuratore aggiunto di Palermo, Dino Petralia, fa luce sul rapporto che lega Morace alla Vicari: la sottosegretaria del governo di Paolo Gentiloni – in carica anche con Enrico Letta e Matteo Renzi – è la politica più autorevole coinvolta nell’inchiesta. Vicari si è dimessa dall’incarico di governo dopo aver appreso di essere indagata. “Va messo in rilievo che tra Simona Vicari ed Ettore Morace sembrano esistere rapporti connotati da una sospetta vischiosità“, scrive il giudice per le indagini preliminari, Marco Gaeta, nell’ordinanza di custodia cautelare. Il motivo di tale sospetta vischiosità? Le varie connessioni tra la senatrice e il proprietario della Liberty Lines.

L’incontro a Taormina: questo consulente non s’ha da fare –“Il fratello della senatrice Manfredi Asta è stato assunto nel mese di giugno del 2016 presso Liberty Lines”, scrive il giudice nelle 313 pagine dell’ordinanza, ricordando poi che “il 17 ottobre del 2016 a Taormina vi è stato un incontro tra Ettore Morace e Simona Vicari finalizzato a bloccare la nomina di Giuseppe Prestigiacomo quale consulente della commissione dell’Assemblea regionale siciliana in materia di trasporti marittimi”. Un nome – quello di Prestigiacomo – inviso all’armatore con base a Trapani.  È per questo motivo che Morace “ritenendo di dover in ogni modo impedire l’insediamento di Prestigiacomo si era spinto al punto da cercare un appoggio ad un livello superiore”. In che modo? “Contattando prima il deputato Dore Misuraca e poi per il tramite dell’esponente Ncd Marcello Di Caterina il sottosegretario Simona Vicari”. L’ormai ex sottosegretaria, Di Caterina e Misuraca sono tutti esponenti di Ap, il partito del ministro degli Esteri, Angelino Alfano.

L’emendamento per l’Iva light – Ma non solo. Perché il passaggio fondamentale dell’inchiesta è legato all’approvazione di un emendamento poi effettivamente inserito nella legge di Bilancio. Una norma che sta molto a cuore a Morace e ad altri armatori. Nell’autunno scorso, infatti, il governo ha assoggettato per la prima volta al pagamento dell’Iva anche i servizi di trasporto marittimo urbano, fluviale e lagunare: e dunque anche gli aliscafi che collegano la Sicilia alle isole minori. In commissione Bilancio si era ipotizzato d’introdurre l’aliquota al 10%. Alla fine, però, ad essere approvato è l’emendamento che fissa l’Iva “solo” al 5%. In più le società che collegano tra loro comuni distanti non più di 50 chilometri potranno detrarre interamente l’aliquota. È proprio il caso di Morace che con la sua Liberty Lines collega Palermo a Ustica e Trapani a Favignana, Levanzo, Marettimo. E infatti le intercettazioni degli inquirenti spiegano i retroscena che – sempre secondo i pm -faranno poi maturare l’aumento light dell’aliquota per gli armatori.  “Già dalla conversazione del 29 luglio 2016 – annota il gip – si apprende che Ettore Morace aveva interessato la Vicari della questione”.

Le intercettazioni: “Non c’è storia per nessuno”-  L’emendamento per l’aumento ridotto dell’Iva, però, a un certo punto correva seriamente il rischio di non passare, anche perché era privo della necessaria copertura finanziaria. E invece  ecco l’inaspettata telefonata. Il 20 novembre del 2016 è una domenica e la sottosegretaria Vicari attende la fine delle partite per telefonare a Morace, che è proprietario del Trapani calcio. “Il Trapani ha perso o ha vinto?”, chiede subito la politica. “Domani, domani”, risponde l’armatore, visto che in Serie B si gioca anche il lunedì. Poi ecco l’annuncio. “Ti volevo dire in anteprima che in commissione l’emendamento è stato approvato“, dice Vicari. “Bello ma col 5%?”, chiede Morace. “Yes, non c’è storia per nessuno“, risponde trionfante la sottosegretaria. “Eh senti – sottolinea ancora Vicari – dico non lo sa nessuno: tu se sei il primo”.  Grazie a quell’emendamento, spiegano gli investigatori, Morace avrebbe risparmiato un milione e mezzo di euro di Iva, mentre il danno per le casse dello Stato, si aggirerebbe sui sette milioni.

“Compra due Rolex da acciaio” – Tanto basta al’imprenditore per sdebitarsi. Ma senza esagerare. “Io ci voglio fare il regalo, quei due regali a questi due personaggi”, dice l’armatore mentre  parla con un collaboratore.  “Morace – scrive il gip – invitava a mandare una dipendente dell Liberty Lines con funzioni di segretaria ad effettuare l’acquisto e dava indicazione di comprare un orologio da donna ed uno da uomo entrambi in acciaio. La donna avrebbe dovuto scegliere i modelli più economici e con il massimo dello sconto. A fare avere l’orologio alla Vicari fu Manfredi Asta, fratellastro della sottosegretaria e dipendente di Morace”.

La parabola: dalla Champions all’arresto – Quindi il 24 dicembre scorso, la vigilia di Natale, Vicari chiama Morace per ringraziarlo. “Sei stato davvero un tesoro“, gli dice. E se dopo le sue dimissioni da sottosegretaria, l’esponente di Ap sostiene che “il regalo ricevuto nulla ha a che vedere con il ruolo”, diverso l’atteggiamento di Di Caterina: l’ex deputato ha restituito il Rolex ai carabinieri durante la perquisizione. “È come la promozione in serie A del Trapani”, diceva Di Caterina commentando il successo ottenuto con l’approvazione dell’emendamento sull’Iva al 5%. “No – ribatteva Morace, scherzando – è come se avessimo vinto la Champions League“. Per la fredda cronaca il Trapani è retrocesso in Lega Pro la sera del 18 maggio: poche ore dopo per l’imprenditore sarebbero scattate le manette.

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