“Non ho intenzione di portare avanti un testo che il Pd non approva, perché non sono un incosciente”. E così che il relatore alla legge elettorale Andrea Mazziotti, intervenendo in commissione Affari costituzionali, ha annunciato il fallimento dell’Italicum bis dopo il no al testo base di Pd, Lega, Svp e Ala. Hanno segnato la sua fine i democratici, ma anche Forza Italia e Mdp che si sarebbero astenuti. Il testo preparato dal presidente della commissione Affari costituzionali Mazziotti non aveva una maggioranza: i soli favorevoli rimasti erano i Cinquestelle, Alternativa Popolare di Angelino Alfano, gli ex Scelta Civica e altri partitini di centro. Così all’orizzonte ecco il “sistema tedesco corretto” che ora è stato ribattezzato con un po’ di coraggio “Rosatellum“, dal nome del capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato. I democratici lo hanno già proposto come testo alternativo. Detto per vie brevi si tratta di un sistema per metà proporzionale e per metà maggioritario, con i collegi e senza preferenze e una soglia di sbarramento al 5 per cento. Un meccanismo che secondo il vicesegretario del Pd Maurizio Martina potrebbe anche essere la culla per un nuovo centrosinistra. “Il Pd sta imponendo insieme a partiti che non sono mai stati votati dai cittadini come Ala, uno schifo di legge elettorale spacciandolo per tedesco. E’ un’offesa al Parlamento” replica Danilo Toninelli dei Cinquestelle. Chi si è detto favorevole al Rosatellum? Per ora oltre al Pd solo Lega Nord e Ala, anche se contano anche i voti individuali in commissione di piccoli gruppi come Psi, Svp, Direzione Italia (cioè i fittiani) e altri del gruppo misto.

“Per me il suo testo base è il migliore – aveva detto l’ex ministro Ignazio La Russa rivolto al presidente Mazziotti – ma non avrà i numeri quindi le chiedo di ritirarlo”. In ogni caso Toninelli per i Cinquestelle avevano chiesto anche che Mazziotti (deputato ritenuto vicino al ministro Carlo Calenda) restiasse relatore, in questo sostenuto dal capogruppo di Forza Italia in commissione Francesco Paolo Sisto e da Domenico Menorello, dei Civici e innovatori cioè lo stesso gruppo di Mazziotti, che ha ricordato come nei mesi scorsi svariati interventi dei democratici avevano indicato come via d’uscita proprio l’applicazione dell’Italicum costituzionale al Senato. Ma arrivati a questo punto la battaglia in commissione si sposta anche su alcuni tecnicismi. Il Pd, senza dirlo esplicitamente, punta anche alla sostituzione del relatore, visto che Mazziotti al primo colpo ha fallito. Potrebbe essere quindi Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in commissione a Montecitorio, o comunque un deputato dello stesso partito. “Sul tema del ruolo di relatore mi riservo fino a domani per una valutazione che farò anche assieme ai colleghi” ha detto Mazziotti, annunciando la convocazione dell’ufficio di presidenza della Commissione.

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