Un ferocissimo botta e risposta tra l’ex premier, Matteo Renzi, e l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, nel giorno in cui Movimento 5 Stelle rilancia la richiesta per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. Il motivo? Le dichiarazioni di Graziano Delrio che ammette di avere chiesto al presidente della Banca popolare dell’Emilia Romagna se avesse intenzione di acquisire Banca Etruria ai tempi in cui era sottosegretario alla presidenza del consiglio. A tre giorni dall’uscita dell’ultimo libro di de Bortoli – Poteri forti. (O quasi)  – non si placa l’onda lunga delle polemiche successive alla rivelazione che l’ex numero uno di via Solferino fa nel saggio.

“L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”, scrive l’ex direttore nel suo libro. Una fattispecie subito smentita dalla Boschi ma confermata più volte da de Bortoli e implicitamente dallo stesso Ghizzoni, che fino ad oggi non ha mai negata quanto riportato dal giornalista nel suo saggio. E oggi tocca a Matteo Renzi intervenire sulla vicenda, difendendo la sua ex ministra della Riforme.

“De Bortoli ha fatto il direttore dei principali quotidiani italiani per quasi vent’anni e ora spiega che i poteri forti in Italia risiedono a Laterina? Chi ci crede è bravo. Ma voglio dire di più. Ferruccio de Bortoli ha una ossessione personale per me che stupisce anche i suoi amici”, dice il segretario del Pd in un’intervista a Il Foglio. “Quando vado a Milano, mi chiedono: ma che gli hai fatto a Ferruccio? Boh. Non lo so. Forse – continua  il leader dem – perché non mi conosce. Forse perché dà a me la colpa perché non ha avuto i voti per entrare nel Cda della Rai e lo capisco: essere bocciato da una commissione parlamentare non è piacevole. Ma può succedere, non mi pare la fine del mondo. Detto questo, che Unicredit studiasse il dossier Etruria è il segreto di Pulcinella. Praticamente tutte le banche d’Italia hanno visto il dossier Etruria in quella fase. Come pure il dossier Ferrara, il dossier Chieti, il dossier Banca Marche. Lo hanno visto tutti e nessuno ha fatto niente. Ferruccio de Bortoli – conclude quindi Renzi- ha detto falsità su Marco Carrai. Ha detto falsità sulla vicenda dell’albergo in cui ero con la mia famiglia. Ha detto falsità sui miei rapporti con la massoneria“.

Parole alle quali de Bortoli replica subito con un editoriale pubblicato sull’edizione online del Corriere della Sera. “Il segretario del Pd – scrive il giornalista – sostiene che io avrei nei suoi confronti un’ossessione personale ma segnalo all’ex premier che avendo detto due volte no alla proposta di fare il presidente, non era tra le mie ambizioni essere eletto nel cda della Rai. Visto quello che sta accadendo, ringrazio di cuore per non avermi votato. Non avrei potuto comunque accettare avendo firmato un patto di non concorrenza“.  Poi l’ex numero uno del Corsera entra nel dettaglio delle accuse lanciate a Renzi e al Giglio Magico nel suo libro. “Io non ho mai scritto che è un massone, mi sono solo limitato a porre l’interrogativo sul ruolo della massoneria in alcune vicende politiche e bancarie. Ruolo emerso, per esempio, nel caso di Banca Etruria- scrive De Bortoli – Ho commesso degli errori, certo. Nel libro ne ammetto diversi in oltre quarant’anni. Come quello in un articolo pubblicato sul Corriere sul caso JpMorgan-Mps della data di un sms solidale inviato da Marco Carrai a Fabrizio Viola, licenziato proprio dal suo governo. Non so quali falsità siano state scritte sul soggiorno a Forte dei Marmi nell’estate del 2014. Mi aspetterei invece da Renzi che chieda scusa al collega del Corriere che, in quella occasione, stava facendo il suo lavoro e alloggiava nell’hotel. L’inviato venne minacciato dalla scorta che gli intimò di andarsene”.

Lo scontro a colpi di interviste ed editoriali tra Renzi e de Bortoli arriva nel giorno in cui il ministro Delrio conferma di essersi attivano nel 2015 per trovare un acquirente a Banca Etruria. “Il mio ruolo all’epoca, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, era quello di accompagnare i ministri competenti nella gestione di queste crisi. In questa veste, ho chiamato Caselli (all’epoca presidente della Banca popolare dell’Emilia Romagna ndr) e ho chiesto informazioni sulle intenzioni di Bper per Etruria. La risposta fu che era stata esaminata ma Bper aveva deciso di non andare avanti. Tutto qua”,  spiega a La Stampa l’attuale ministro delle Infrastrutture. Ieri proprio il giornale di Torino aveva raccontato che nel 2015 un altro “alto esponente” del governo guidato da Renzi si era mosso in favore di Banca Etruria.

A stretto giro, dunque, arriva l’ammissione che ha l’effetto d’infiammare il M5s.  “Il conflitto d’interessi del governo è sempre più chiaro. Oggi scopriamo che dopo Maria Elena Boschi anche Graziano Delrio si era interessato per salvare Banca Etruria. Un intero governo in movimento per la banca della famiglia Boschi”, dicono i capigruppo 5 Stelle alla Camera e al Senato, Roberto Fico e Carlo Martelli. “Basta mezze verità – continuano – serve subito approvare la commissione d’inchiesta sulle banche. Solo così sarà possibile ascoltare tutti i soggetti protagonisti delle rivelazioni di questi giorni, fra cui anche Graziano Delrio”.

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