Una scuola è già stata chiusa, tre lo saranno già da lunedì mattina perché hanno problemi strutturali e altre 89, quelle che non hanno le autorizzazioni previste dalla legge, potrebbero esserlo tra una settimana, anche se al momento la loro imminente chiusura è stata scongiurata. Per un totale di 93 istituti superiori, quelli del Casertano, per i quali non ci sono le autorizzazioni in materia di antincendio, agibilità, staticità e sicurezza sul lavoro. È una delle conseguenze del dissesto finanziario dichiarato dalla Provincia a dicembre 2015. Ad annunciare la firma di un decreto per la chiusura di tutti gli istituti è stato il presidente facente funzioni della Provincia di Caserta, Silvio Lavornia, che a ilfattoquotidiano.it ha definito “una situazione drammatica” quella in cui si trova il territorio. Poi il vertice in prefettura, fino a tarda sera, con il decreto che impone la chiusura degli istituti scolastici già pronto, ma in attesa di essere protocollato domani mattina per diventare ufficiale. Al termine dell’incontro si è deciso che vengano chiusi nell’immediato il Liceo Nifo di Sessa Aurunca, la Succursale del Liceo Classico Cirillo di Aversa e il Mattei di Caserta. Per le altre scuole si sta cercando una soluzione e domani mattina si terrà un vertice a Roma, al quale parteciperanno i ministeri dell’Istruzione e dell’Interno. Ma la soluzione non è dietro l’angolo.

L’obiettivo è trovare un’alternativa per circa 56mila studenti, compresi quelli che quest’anno devono affrontare gli esami di maturità. Eppure la firma del decreto è una decisione obbligata, che arriva dopo mesi di appelli lanciati alle istituzioni. Dopo la comunicazione choc di Lavornia il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha annunciato a sua volta la delibera ‘salva-scuola’. “Come Regione – ha dichiarato – abbiamo deciso di stanziare un milione di euro per dare 50mila euro a ogni istituto, perché non ci possiamo consentire di far chiudere le scuole e far perdere l’anno scolastico a migliaia di studenti”. Il problema è che la Provincia non ha neppure lo strumento finanziario. “Cercheremo – ha detto De Luca – di far avere i soldi direttamente ai presidi, dato che l’Ente non ha approvato il bilancio”. Ma a Lavornia i conti non tornano: “De Luca c’entra come i cavoli a merenda. Ha parlato di 50mila euro a istituto, ma dato che le scuole sono 92, secondo la matematica servono 4 milioni e 600mila euro”. E mentre da Caserta si punta il dito contro “l’indifferenza del governo nazionale”, De Luca parla di “logiche clientelari” che avrebbero portato alla situazione attuale e accusa il centrodestra che tuttora guida la Provincia.

L’EMERGENZA – Che la situazione in quel di Caserta fosse disastrosa non è una novità. Sono mesi che si parla delle condizioni delle scuole e delle strade e dei dipendenti dell’Ente che non ricevono stipendi. Tanto che a marzo scorso, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, è stato proprio Lavornia a dichiarare: “Non abbiamo nemmeno più gli occhi per piangere”. E poi ci sono stati gli appelli per l’applicazione del decreto salva province. Nel frattempo non si è riusciti a garantire i servizi minimi: dal riscaldamento alla luce, dalla pulizia all’acqua. Così nei giorni scorsi è stata la magistratura a chiudere la prima scuola superiore, l’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta, per il quale sono stati riscontrati gravi problemi di staticità. In un incontro avvenuto nei giorni scorsi in Prefettura a Caserta e presieduto dal viceprefetto vicario Gerlando Iorio e dal viceprefetto Vittoria Ciaramella, sono stati portati a conoscenza dell’Ufficio territoriale di Governo gli ultimi sviluppi delle indagini giudiziarie e degli accertamenti svolti dalle forze dell’ordine, su delega della Procura della Repubblica, in materia di sicurezza degli istituti scolastici superiori.

L’ANNUNCIO CHOC – Infine l’annuncio, in una nota ufficiale: “Il presidente procederà alla firma degli atti amministrativi tesi ad interdire con effetto immediato l’utilizzo totale delle scuole”. E le ragioni della scelta drastica: “Finora l’Ente non è stato messo nelle condizioni materiale e finanziarie minime per fronteggiare una tale emergenza, con la realizzazione di opere e la attivazione di procedure tese a sanare le diffuse situazioni di illegittimità e di rischio che vivono decine di istituti superiori”. Amaro il commento di Lavornia: “È l’ultima decisione che avrei voluto prendere in vita mia perché, da insegnante, mai mi sarei sognato di chiudere una scuola”. Poi le accuse al Governo “sordo” che “non ha voluto ascoltare le nostre richieste di aiuto, non ha raccolto finora nessun nostro appello, rendendo praticamente la Provincia un ente morto incapace di assolvere a qualsiasi funzione e compito istituzionale attribuitogli tanto dalla Costituzione quanto dalla normativa vigente”. Il decreto entrerà in vigore lunedì prossimo, ma per le altre 89 scuole il pericolo non è ancora del tutto scampato. E si cercano soluzioni alternative, perché non è facile spostare una popolazione scolastica di oltre 50mila studenti. “Mi dispiace per loro e per le loro famiglie, per i docenti e gli operatori scolastici – ha detto Lavornia – ma ora cercheremo con i sindaci dei Comuni di capire se c’è la disponibilità di qualche immobile inutilizzato o di qualche istituto che possa ospitare questi studenti con i doppi turni. Siamo preoccupati soprattutto per quelli che quest’anno devono affrontare gli esami di maturità”.

DE LUCA, IL FINANZIAMENTO E I CONTI CHE NON TORNANO – Nel frattempo il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha annunciato a sua volta lo stanziamento di un milione di euro. Inevitabile la polemica. Sulla sua pagina Facebook il commento: “Siamo convinti che Caserta sia la provincia della Regione con le maggiori opportunità di crescita e di sviluppo economico. Purtroppo, negli anni, si è dotata di amministratori che non sono stati in grado di valorizzare questo territorio. Fino ad oggi è prevalso un canale clientelare che ha portato solo situazioni drammatiche”. L’intervento finanziario per le scuole “che non rientra nelle competenze della Regione” tiene a precisare De Luca, consiste in contributi straordinari a valere sul fondo per il diritto allo studio e sarebbe riconducibile a un emendamento alla finanziaria regionale, approvato a dicembre su iniziativa del consigliere Pd Stefano Graziano e diventato delibera di giunta a fine aprile. Ed è proprio l’esponente del Pd a chiedere ora le dimissioni del presidente facente funzioni Lavornia. Al quale, però, i conti non tornano: “Le scuole sono più di novanta. De Luca promette 50mila euro l’una, ma un milione di euro non bastano a lasciarle aperte”. Infine l’ultimo appello: “L’unica strada è l’emendamento al Decreto Enti locali approvato dal Governo lo scorso 11 aprile insieme al Def, che prevede un sostegno per le amministrazioni provinciali in dissesto”. L’emendamento, già depositato alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, prevede che le Province in dissesto alla data del 31 dicembre 2015 siano esentate dal contributo allo Stato per il 2015 e il 2016, come d’altronde è stato già fatto con un intervento diretto del Governo per altre province italiane. E sarebbe una boccata d’ossigeno.

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