Il crollo di un tunnel scatena il caso nello Stato di Washington. Il motivo? Veniva usato per il trasporto di materiali radioattivi. Il crollo è avvenuto alle 17 e 30 (ore italiane) alla centrale nucleare di Hanford. Lo stabilimento ha subito dichiarato l’emergenza e le autorità hanno ordinato l’evacuazione dell’impianto, perché “i tunnel contengono materiali contaminanti”. A chi si trovava più lontano dal luogo dell’incidente ma in un’area potenzialmente a rischio è invece stato ordinato di restare al chiuso per sfuggire a eventuali radiazioni, con indicazioni precise a “non bere né mangiare nulla” e a “bloccare la ventilazione negli edifici”.

Non c’erano operai nel tunnel al momento dell’incidente e gli esperti non hanno rilevato emissioni radioattive. Secondo il dipartimento americano dell’Energia, il crollo è stato causato dai lavori di manutenzione stradale in corso proprio sopra il tunnel. Le indagini per stabilire con certezza le cause sono ancora in corso.

La centrale, che si trova 360 chilometri a sudest di Seattle e dà da lavoro a 9mila persone, contiene circa 210mila metri cubi di residui radioattivi, un dato che la rende il sito nucleare più contaminato del Paese. La costruzione dello stabilimento risale alla Seconda guerra mondiale: forniva plutonio per la bomba atomica e poi durante la Guerra fredda. La maggior parte dei suoi residui radioattivi è contenuta in 177 cisterne sotterranee.

 

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