I vulcani non sono stati gli unici autori della crosta terrestre: molti dei suoi componenti chimici potrebbero essere piovuti letteralmente dal cielo, dopo essersi condensati in atmosfera a seguito del terribile impatto tra la Terra e un proto-pianeta simile a Marte, lo stesso che 4,5 miliardi di anni fa avrebbe determinato la formazione della Luna. A sostenerlo è uno studio pubblicato su Earth and Planetary Science Letters dai geologi Don Baker e Kassandra Sofonio della McGill University di Montreal, in Canada.

Secondo la ricostruzione, in seguito alla collisione con il proto-pianeta, l’atmosfera terrestre era formata da vapori così bollenti da poter disciogliere le rocce più superficiali, “più o meno come lo zucchero si scioglie nel caffè”, spiega Baker. “Questi minerali dissolti sono risaliti in atmosfera e si sono raffreddati: i materiali ricchi di silicio si sono separati e poi sono ricaduti sulla Terra” sotto forma di pioggia.

L’intero processo è stato riprodotto in laboratorio, surriscaldando a 1.550 gradi un mix di acqua e materiali silicatici prelevati dal terreno. Le polveri così ottenute, unite all’acqua, sono state rinchiuse all’interno di capsule d’oro e palladio, messe poi in un contenitore a pressione riscaldato a 727 gradi per simulare le condizioni estreme presenti alle origini della Terra, un milione di anni dopo l’impatto col proto-pianeta. Di lì a poco si sarebbero create le condizioni ideali per la vita: per questo i risultati della simulazione potrebbero essere utili nella ricerca di pianeti esterni al Sistema solare in grado di ospitarla.

L’abstract dello studio

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