Le primarie fanno bene al Pd. Dopo un periodo di “depressione”, con un dato ingessato da settimane dopo il crollo post-referendum, il Partito democratico si riprende nei sondaggi e torna nelle vicinanze dei Cinquestelle. Lo dicono due sondaggi, quello di Index Research per PiazzaPulita e di Ixè per Agorà, i quali attribuiscono ai democratici rispettivamente il 26,8 e il 27,9 per cento. Entrambi gli istituti registrano un aumento sensibile del bacino elettorale possibile del Pd: per Index è cresciuto dell’1,2 per cento in una settimana, per Ixè la crescita è dello 0,8. Chiaro il contributo delle primarie che hanno rinvigorito anche la visibilità del partito che da un paio di mesi era senza segretario. Nel frattempo la tendenza è opposta per il M5s che cala dello 0,8 per Index e dello 0,2 per Ixè. I due istituti valutano il Movimento a valori tra il 30,2 e il 28,2.

Momento di stasi, invece, per il centrodestra, nonostante il dinamismo degli ultimi giorni di Matteo Salvini soprattutto sui temi dell’immigrazione. La Lega Nord, anzi, per Index perde due decimali e resta intorno a quota 12 per cento, mentre i Fratelli d’Italia sono fermi al 4,9 e Forza Italia non va oltre il 13. Valori e variazioni del tutto simile a quelle registrate da Ixè.

Quanto ai partiti più piccoli, per Index restano sotto la soglia di sbarramento sia Sinistra Italiana che Alternativa Popolare di Angelino Alfano (che però per Ixè è sopra al 3). Nel centrosinistra, oltre al Pd, sarebbe rappresentato in Parlamento solo Mdp, leggermente in calo rispetto alla scorsa settimana.

Rimanendo sui quesiti politici, Index ha anche chiesto alle persone intervistate quale alleanza preferirebbero, peraltro in un quadro in cui dalla polarizzazione estrema si è arrivati quasi alla polverizzazione, nel senso che i simpatizzanti di ogni partito hanno difficoltà a “accettare” le altre forze politiche, anche di area politica vicina. Quindi a stento si supera il 30 per cento di persone che preferirebbero un’alleanza Pd-sinistra (che poi sarebbe il vecchio centrosinistra), un quarto di elettori di converso scelgono le larghe intese (Pd-Fi), c’è un 22 per cento sognatore che vorrebbe un patto Pd-M5s, mentre un’alleanza “anti-sistema” (M5s-Lega-Fdi) raccoglie solo il 20 per cento di preferenze.

Per Ixè sale di un punto, dal 31 per  al 32 per cento, la fiducia nel presidente del Consiglio Paolo Gentiloni mentre Matteo Renzi raggiunge il 30 (+1). Il governo, invece, raggiunge il 29 per cento di fiducia. In questa classifica Luigi Di Maio occupa la terza posizione con il 21 per cento (staccando di cinque punti Beppe Grillo, in ultima posizione con il 16). Dietro il vicepresidente M5s della Camera ci sono Salvini (20 per cento), Berlusconi (18) e Meloni (17). Da notare anche la percezione sulla collocazione politica del Pd a guida Renzi: per il 48 per cento è di sinistra, per il 38 di centro, per il 9 di destra. L’istituto ha anche chiesto al campione se ritenga l’Italia un Paese sicuro: il Sì, rispetto alla precedente rilevazione, resta stabile al 51 per cento mentre il no sale di un punto e arriva al 45 per cento.

Articolo Precedente

Legittima difesa, la legge nata male. Renzi: “Va rivista, è incomprensibile”. Grasso: “Menomale che c’è il Senato…”

next
Articolo Successivo

Roma, da luglio i 23mila dipendenti del comune avranno un nuovo contratto

next