La vicenda delle elezioni francesi, dove al secondo turno si confrontano Macron e Le Pen, fa emergere in tutta la sua geometrica impotenza e confusione il progressismo nostrano.

Mentre in un blitz antiabusivi dei Vigili urbani di Roma è morto un uomo nato in Senegal. Mentre a Milano il questore ordina rastrellamenti alla stazione centrale e non viene trovato nemmeno uno di quegli spacciatori che hanno giustificato la retata. Mentre il procuratore di Catania fa politica sulla posizione della Lega, dei fascisti e dei grillini senza avere una straccio di prova contro le Ong. Mentre il governo apre alla Lega Nord sull’utilizzo delle armi da fuoco al fine di trasformare il nostro paese nel Far west. Mentre nell’Italia governata dal Pd accade tutto questo, Ezio Mauro si scandalizza sulle colonne di Repubblica perché un po’ di gente di sinistra in Francia non voterà Macron, considerandolo diverso dalla Le Pen, ma non meritevole di un voto.

Innanzitutto, voglio sottolineare come Mélenchon – accusato di essere colui che dà copertura politica al non voto – ha detto una cosa chiarissima: che non bisogna votare Le Pen, che lui si recherà alle urne e che per il resto rispetta i diversi comportamenti che vanno dal non voto alla scheda bianca al voto a Macron. Dire che Mélenchon è equidistante tra Le Pen e Macron è una pura e semplice porcheria. Mélenchon combatte Le Pen senza arruolarsi nell’armata di Macron, anzi, ponendo le condizioni per combattere al meglio anche Macron: è una cosa assai diversa.

In secondo luogo, occorre interrogarsi seriamente sul perché molte persone di sinistra non trovano alcuna ragione per andare a votare. A me pare abbastanza semplice: perché i Macron e i Renzi praticano politiche economiche di destra, antipopolari, che peggiorano brutalmente le condizioni di vita delle classi popolari e aprono uno spazio enorme alle guerre tra i poveri. Come se non bastasse, i Renzi e i Macron, per mantenere il consenso inseguono i Salvini e le Le Pen sul loro stesso terreno: la criminalizzazione dei poveri. Le Le Pen e i Macron sono le due facce della stessa medaglia cioè della barbarie.

L’unica strada per evitare la barbarie fascista e razzista è quella di costruire consapevolmente un’alternativa antiliberista dove liberté, égalité e fraternité stiano insieme. Che Mélenchon non accetti di distruggere la credibilità che ha conquistato presso milioni di francesi per correre dietro a Macron mi pare una gran buona notizia. Anzi, ottima: sconfiggere i fascisti senza sposarsi con chi fa politiche che alimentano il fascismo è la condizione essenziale per evitare di trovarsi i fascisti al potere sul serio.

Questo vale in Francia come in Italia dove il problema vero è quello di smettere di inseguire i Renzi o di inseguire gli inseguitori di Renzi – i vari Pisapia – e di costruire una sinistra che faccia la sinistra. Una sinistra non condizionata da quel presunto progressismo che non fa i conti con le realtà delle cose e che – come già avvenne negli anni 20 e 30 del secolo scorso – rischia di consegnare alle destre razziste e fasciste la gestione della crisi sociale. Contro il frontismo costruito attorno ai liberisti e contro le teorie sul socialfascismo, esiste una terza via che consente di sconfiggere elettoralmente le destre razziste, ma nel contempo di costruire la credibilità e la forza di una sinistra antiliberista di popolo, di costruire l’alternativa alla barbarie. È la strada che ha imboccato Mélenchon e che occorre imboccare anche in Italia. Rapidamente.

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