Ludovica è una ragazza di Napoli che guadagnava 25 euro per oltre 10 ore di lavoro in un locale del centro storico. Fino a quando è stata “licenziata” per non aver accettato le battute sessiste sul luogo di lavoro. Senza preavviso, dall’oggi al domani: “Perché tanto non abbiamo diritti, non esistiamo”. La sua è una delle storie scese in piazza oggi per ricordare i lavoratori in nero (guarda il video della manifestazione), gli “invisibili”. Insieme a lei c’è l’operatrice turistica “a chiamata”, non regolarizzata e precaria nonostante il boom del settore turistico a Napoli. Ma anche chi ha un contratto che di part-time ha solo la paga mentre l’orario e i sacrifici sono più che full-time. In occasione del Primo Maggio si sono dati appuntamento per sfilare coperti da lenzuola: i “fantasmi del lavoro nero”, appunto

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Primo maggio, vogliamo un’Italia fondata sul lavoro ‘sano’

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Croce Rossa Cantù, volontari anonimi: ‘Turni da più di 12 ore’. Presidente: ‘Falso. E non considero denunce non firmate’

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