Una tempesta da affogare in un bicchier d’acqua. L’inchiesta de IlFattoQuotidiano.it sui contributi “volontari” pretesi dalle scuole ha sollevato un polverone: si moltiplicano le segnalazioni di scuole in cui l’iscrizione dei figli e degli studenti è stata subordinata per anni al pagamento di un obolo (anche di 200 euro, 5 volte le giuste tasse) che non è assolutamente dovuto ma facoltativo, come ha chiarito in più circolari il ministero.  La preside del Luzzatti-Gramsci di Mestre, citato nell’articolo, si è vista costretta a ritirare la circolare che metteva nero su bianco la pretesa e sostituirla con una nuova che correttamente definisce la volontarietà del contributo. Sono però anche emerse testimonianze come quella di Alessandra Castro, studentessa, che racconta di essere stata addirittura convocata in presidenza per esibire la ricevuta del pagamento di 110 euro per perfezionare la sua iscrizione ai corsi. E di presidi che ammettono candidamente che “senza quei soldi la scuola non può più funzionare”, mentre la Lista Tosi ha depositato un’interrogazione regionale che riguarda tutto il Veneto e nei prossimi giorni sarà depositato un esposto da parte di alcuni studenti. Insomma qualcosa, a quanto pare, si è mosso.

Ma ecco che puntuale arriva anche la difesa d’ufficio dei dirigenti scolatici. A farla è il vice presidente dell’Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi, che sul sito della rivista La Tecnica della Scuola ha commentato l’inchiesta affermando che è “stata travisata la realtà”. A detta di Rusconi non è vero nulla, nemmeno quanto affermato dal ministero in merito al fatto che le scuole non sono tenute a comunicare a viale Trastevere l’ammontare dei contributi volontari: “Se dicono che c’è un asino che vola non potete scriverlo. Le scuole comunicano i loro bilanci agli uffici scolastici regionali. Il dato esiste”. Peccato che il Miur resti l’organo competente cui rivolgersi ufficialmente quando si parla di istruzione.

Resta il fatto, Rusconi, che ci sono parecchie scuole dove i dirigenti chiedono un contributo volontario senza specificare come verrà usato?

“Una cosa è chiedere, l’altra è imporre. Il meccanismo funziona in questo modo: il consiglio d’istituto, non il dirigente, delibera la richiesta di contributo volontario che è tale. Come genitore mi posso rifiutare. Se poi c’è qualche caso che impone il contributo volontario, io non andrei nemmeno all’ufficio scolastico regionale ma mi rivolgerei ai carabinieri e alla magistratura perché è un reato negare una prestazione scolastica obbligatoria come la pagella o l’iscrizione. E’ inaccettabile che voi del Fatto Quotidiano abbiate fatto di tutta l’erba un fascio dicendo che i presidi lo impongono”.

Quindi è lei stesso ad ammettere che esistono questi casi pur non sapendo quanti sono?

“E’ come se mi chiedesse se esistono i ladri in Italia. E’ evidente che ci può essere qualcuno che ha commesso delle irregolarità di questo tipo, ma non si può dire che siccome esistono due casi c’è una tassa occulta. Di fondo c’è un retro-pensiero che non accetto, ovvero che le gerarchie della scuola vanno demonizzate. Questo sa di qualunquismo e stalinismo”.

Ma restiamo ai fatti: l’Associazione nazionale presidi ha fatto delle verifiche rispetto a queste situazioni? Ha monitorato la situazione?

“Non tocca a noi farle. Noi non siamo un organo ispettivo. E’ compito del ministero. Come facciamo? Questa è una domanda puerile”.

Allora avete almeno denunciato i casi di vostra conoscenza?

“Mi viene da ridere. Noi non li conosciamo i casi. Siamo stati interpellati qualche volta da giornalisti che ci hanno detto che alcuni genitori avevano loro scritto in merito a situazioni di questo genere e ho sempre risposto che è irregolare. Da questo a dire che siccome ci sono due consigli d’istituto che lo fanno tutti i presidi lo fanno è una falsità che avete scritto. Non esistono presidi che impongono e nemmeno contributi che divengono obbligatori”.

In ogni caso nessuno dell’Anp è andato a denunciare come dice lei i casi alla magistratura?

“Ma lei è andato a denunciare l’infermiera che non faceva i vaccini? Che ne so quali sono queste scuole? Io ho sempre detto che di fronte a questi casi i genitori devono andare dai carabinieri a denunciare. Come Anp posso fare una denuncia dal punto di vista politico. La vostra è una strumentalizzazione”.

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