Un nuovo test in grado di mappare il rischio genetico, studiando simultaneamente 115 mutazioni genetiche ereditarie di ogni tipo, e l’iniziativa di offrirlo gratuitamente per un anno a tutte le pazienti Ieo con tumore ovarico: con questo programma esordisce il nuovo laboratorio di Genomica Clinica dell’Istituto europeo di Oncologia. Lo ha annunciato oggi il direttore scientifico dell’istituto, Roberto Orecchia. “Tra i vantaggi – spiega Piergiuseppe Pelicci, direttore della ricerca Ieo – identificare meglio il rischio individuale, attivare percorsi di protezione personalizzati, riuscire a identificare un maggior numero tumori ereditari; cercare più farmaci molecolari preventivi che li contrastino”. Un esame “rapido, preciso ed economicamente sostenibile”, figlio della tecnologia di frontiera Ngs (Next Generation Sequencing) spiegano oggi i vertici dell’Irccs fondato da Umberto Veronesi.

Nel 2014 in Italia si sono registrati quasi 5mila nuovi casi, circa il 3% del totale dei tumori diagnosticati tra le donne. Le stime indicano che nel corso della vita 1 donna italiana ogni 74 sviluppi un tumore ovarico. Con la mutazione dei geni BRCA, che si riscontra nel 15% circa delle pazienti, inoltre, il rischio di sviluppare il tumore ovarico è del 39-46%, rispetto all’1,8% della popolazione generale. Più di 140.000 donne in tutto il mondo muoiono ogni anno a causa di questa malattia. Si tratta di un tumore maligno che ha origine dal tessuto di rivestimento della superficie dell’ovaio o della tuba. Le cellule tumorali originate dalla superficie ovarica o tubarica possono diffondersi nella cavità addominale ed attecchire direttamente sugli altri organi addominali, oppure possono diffondersi in altre parti del corpo attraverso il flusso sanguigno e i linfonodi. In questo modo il tumore ovarico si diffonde precocemente al di fuori del luogo di origine.

La nuova analisi, rimborsata ai pazienti con familiarità per tumore accertata da un genetista, dall’8 maggio – World Ovarian Cancer Day – sarà offerta gratuitamente per un anno a tutte le donne operate in Istituto per tumore all’ovaio. E l’obiettivo finale è quello di “creare per ognuno un ‘Passaporto genetico’: un microchip, anzi un Oncochip – lo chiama Pelicci – che contiene tutti i suoi dati molecolari di competenza oncologica”. Un documento d’identità informatico, chiave per impostare strategie personalizzate di prevenzione, diagnosi e cura.

Si realizza così nell’Irccs di via Ripamonti il sogno americano della ‘Precision Medicine Initiative‘ lanciata dall’ex presidente Usa Barack Obama. “La nostra attività di Genomica clinica ci pone in linea con il movimento mondiale della medicina di precisione”, afferma Orecchia. Nel febbraio 2015, dopo aver raccolto il testimone passatogli da Veronesi, presentando alla stampa i progetti al 2020 l’esperto aveva espressamente fatto riferimento al programma di sequenziamento del genoma di 1 milione di cittadini statunitensi varato da Obama: “Questa è la realizzazione concreta di quanto annunciato quel giorno”. Un pezzo di ‘Obamacare’ a Milano. 

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