“Gli obiettivi della differenziata sono ambiziosi. A Roma una nuova discarica è imprescindibile e forse servirebbe anche un inceneritore. Il Campidoglio, insomma, dica cosa vuole fare per evitare un’altra emergenza”. Firmato: il ministero dell’Ambiente. Così si accende lo scontro tra governo e Movimento Cinque Stelle a livello romano e nazionale. “Incredibile, non ci era mai successa una cosa del genere: un dirigente ministeriale che scrive un documento ufficiale su materie che non sono neppure di competenza centrale…”, commentano dal Campidoglio. A pochi giorni dalla presentazione del progetto 2017-2021 da parte dell’assessora Giuseppina Montanari, che dovrebbe portare in 5 anni la Capitale a livelli record di raccolta differenziata, il ministero torna alla carica del Comune con un documento ufficiale in cui “evidenzia la propria preoccupazione” e avanza alcune richieste. Fra queste, anche quella più irricevibile per l’amministrazione 5 stelle: il termovalorizzatore. E infatti l’assessora Montanari interpellata da ilfattoquotidiano.it risponde: “Non se ne parla, il nostro piano non lo prevede” . Del resto, su questo fronte il Campidoglio può contare sull’appoggio determinante della Regione, che pure di inceneritori non vuol sentir parlare e che ha competenza sulla materia. Diverso il discorso per la discarica, sulla quale l’amministrazione Raggi rischia di perdere la sua sfida anche perché ritenuta imprescindibile anche dal governatore Nicola Zingaretti.

La lettera del ministero dopo il piano rifiuti
La missiva riservata, che il Fatto.it ha potuto visionare, è stata fatta recapitare a Palazzo Senatorio (e, per presa visione, anche alla Pisana), con data 11 aprile. A neanche una settimana di distanza dalla presentazione ufficiale del nuovo piano dei rifiuti approvato dalla giunta Raggi: oasi ecologiche, centri di raccolta per gli ingombranti, tre impianti di compostaggio, soprattutto tanta differenziata (addirittura fino al 70 per cento) ed educazione civica per ridurre la produzione di immondizia (di circa 200mila tonnellate), così da risolvere entro il 2021 l’annoso problema rifiuti della Capitale. “Un libro dei sogni”, secondo l’opposizione. Così evidentemente la pensa pure il ministero dell’Ambiente: all’indomani dell’ultima emergenza per cui la sindaca è stata costretta a firmare un’ordinanza per utilizzare gli impianti di Cerroni a Malagrotta, negli uffici di via Cristoforo Colombo hanno preso in mano carta e penna per scrivere alla Raggi. Due pagine di numeri e rilievi per ribadire la necessità di dotare la Capitale di nuovi impianti. Quelli che il Movimento 5 stelle ha promesso di non costruire.

Il governo: “Carenza di impianti cronica”
Le “preoccupazioni” del ministero partono proprio dai rapporti con il Consorzio Colari interessato dall’interdittiva antimafia, ma si spingono più oltre. “È un dato ormai consolidato che le emergenze si verificano con periodicità ciclica, interessando prevalentemente il periodo natalizio ed estivo”, si legge nel documento. E questo a causa di una “carenza impiantistica ormai cronica, che rende puntualmente necessario ricorrere ad impianti extraregionali o esteri”. Una situazione di eccezionalità persistente, che costa alla Capitale circa 20 milioni di euro l’anno. E che non può proseguire in eterno. La soluzione della coppia Raggi-Montanari è presto detta: tanta differenziata, meno rifiuti e la Capitale potrà farcela in autonomia.

Ma per il governo il piano fa acqua da tutte le parti: sia sui nuovi tre impianti di compostaggio promessi, dalla capacità complessiva di 120mila tonnellate che però “non copre il fabbisogno di cui la città ha ed avrà sempre più bisogno”; sia per lo smaltimento dell’indifferenziato. E qui vengono le note più dolenti: “Pur considerando il raggiungimento di elevati livelli di raccolta differenziata (che il ministero, con una nota forse di sarcasmo, definisce “ambiziosi”, nda) è imprescindibile la necessità di individuare un nuovo sito di discarica, alternativo a quella di Malagrotta ormai chiusa”. Ma c’è di più: “Occorre tenere presente che per Roma Capitale il fabbisogno di incenerimento a regime ammonta a circa 300-320mila tonnellate”. Parole che alludono alla possibilità dell’apertura di un nuovo inceneritore: non sarebbe una novità del resto, il ministro Galletti aveva già sostenuto questa tesi nell’estate 2016. E a quanto pare non ha cambiato idea.

Montanari: “Soluzione anacronistica”
La replica del Campidoglio non si è fatta attendere: da Palazzo Senatorio è partita un’altra lettera di risposta, in cui si ribadisce che “l’obiettivo della riduzione dei rifiuti rende obsoleta l’ipotesi relativa alla costruzione di un inceneritore e la realizzazione di una discarica”. Lo spiega personalmente l’assessora Montanari: “Il nostro piano non lo prevede, punto, non è neppure un’ipotesi. La stessa Commissione europea indica altre strade, sono soluzioni inutili e anacronistiche”. Ma tutto il M5s fa scudo alla giunta Raggi: “Invece di parlare di inceneritori e discariche, che non sono neppure di sua competenza, il ministero dell’Ambiente pensi a finanziare la raccolta differenziata di Roma Capitale, visto che deve ancora i fondi stanziati del 2012 e parliamo di parecchi milioni di euro”, attaccano il deputato M5s Stefano Vignaroli e il consigliere comunale Pietro Calabrese. Su questa battaglia il Comune può contare comunque su un alleato prezioso: anche il governatore Zingaretti si è sempre detto contrario ad un nuovo termovalorizzatore. Secondo la Regione, i due impianti già esistenti di Colleferro e San Vittore garantiscono una copertura di circa 600mila tonnellate: abbastanza per tutto il territorio.

Altra storia per la discarica, che invece la Regione continua a chiedere ciclicamente, visto che la città continuerà a produrre residuo a prescindere dalla differenziata. “Dobbiamo trovare una soluzione alternativa – tiene duro la Montanari –, le discariche sono una ferita per il territorio e Roma ha già pagato un prezzo molto caro sui rifiuti”. Per il Comune, infatti, sarebbe molto difficile (e impopolare) individuare un sito dove aprirla, e forse proprio su questo punta l’amministrazione a 5 stelle per opporre resistenza alle richieste di Regione e ministero. Ma se il piano dei rifiuti non porterà risultati tangibili, lo scontro è destinato a riaccendersi: i pannolini lavabili, ma pure la super-differenziata al 70 per cento, potrebbero non bastare.

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