Morgan fuori da Amici 2017. È la notizia di questi giorni e la cosa pare essersi consumata in poche mosse. Ricostruiamole e poi riflettiamoci su.

Lunedì 10 aprile Morgan ha scritto privatamente una «desolante forma di richiesta di aiuto ad alcuni veri amici». Pubblicherà la lettera poi due giorni dopo, io personalmente l’ho letta lunedì stesso nella mailing list del Club Tenco, dove il cantautore l’aveva condivisa. È uno scritto lunghissimo in cui in sostanza l’artista si lamenta delle ingerenze della produzione e del fatto che non si sente libero di svolgere il suo lavoro in piena libertà.

Martedì le cose sono degenerate e lui è uscito dal programma, con Maria De Filippi che ha spiegato le motivazioni e Morgan stesso che in un video ha fornito la sua versione. Per lei i concorrenti erano contro il coach; per lui invece gli erano molto legati.

 

Che succede dunque? Morgan si ritrova fuori da Amici e, dalle parole della De Filippi, sembra più una cacciata che un’uscita di scena da maudit irriverente: «La squadra che Morgan ha capitanato è composta attualmente da quattro partecipanti e tre di loro hanno chiesto a noi una soluzione immediata, disposti – uno di loro con certezza – anche a lasciare il programma pur di non dover più avere obbligatoriamente Morgan come coach. Si sono sentiti non compresi».

Personalmente, sulle pagine di questo blog scrissi su un argomento simile quando lo stesso Morgan abbandonò X Factor. Dissi che lui avrebbe dovuto sapere a cosa andava incontro e che mi sembrava fuori luogo lamentarsi per dei meccanismi conosciutissimi. Diverso è stato poi il caso di Manuel Agnelli, in una situazione analoga, perché a mio parere il leader degli Afterhours è riuscito nel difficile compito di portare la propria voce “d’autore” all’interno dell’ingranaggio mediatico esponenziale, in un programma votato del tutto alla celebrazione iconica del pop.

Qui però ho il sospetto che tutte le motivazioni di ordine tecnico, le ragioni commerciali contro quelle artistiche d’autore, vadano in secondo piano. Non è importante se Morgan sia capace o meno di portare musica d’autore o cultura in un talent; né il fatto che non fosse messo nelle condizioni di farlo. No: qui è importante che a decidere la sua cacciata siano stati i suoi allievi. È paradossale, un’usanza molto diffusa purtroppo nelle scuole di ogni tipo: tuo figlio va male in Geografia? Colpa del professore. Non studia Tecnologia? Colpa dell’insegnante. Si lamenta del proprio coach? Facciamo fuori Morgan.

Non so se le motivazioni di Maria De Filippi siano vere o solo un argomento capestro per liberarsi di una figura di certo non allineabile (e la si legga come una virtù) come quella di Morgan. Fatto sta che, se è stata scelta, si pensa possa rappresentare una motivazione convincente. È invece grottesco che ci si basi sulle lamentele di qualunque tipo di allievo per giudicare l’operato di un qualunque tipo di Maestro; è tanto grottesco quanto diffuso, purtroppo.

 

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