La realtà a volte è peggio di come la immaginiamo.

Con questa frase inizia un nuovo filmato diffuso da Essere Animali che si svolge all’interno di uno dei tanti macelli italiani in cui perdono la vita agnelli e capretti, destinati al consumo nei giorni di Pasqua, le cui immagini sono andate in onda durante il Tg1 di ieri sera.

Se tutti sappiamo che per produrre carne un animale viene ucciso, vedere ciò che accade all’interno dei macelli è molto diverso. Soprattutto notare particolari come il terrore negli occhi, la riluttanza ad andare verso la morte, i cuccioli che urinano per la paura o quelli che vengono uccisi davanti ai loro simili (metodica tra l’altro non a norma di legge). Perché nei macelli la morte non arriva in silenzio, ma è fatta di urla, scalpitii, rumori di catene e coltelli che si affilano.

Ed è la fine che fanno circa 500.000 agnelli in questo periodo.

Mentre per alcuni tra noi la Pasqua è un periodo di festività o per altri un’occasione per una giornata in famiglia o con amici, per gli animali è semplicemente questo: una terribile realtà che risulta difficile guardare. E rimane difficile da guardare nonostante dal video siano state tolte le scene peggiori e sia stato quasi omesso il sangue.

 

La sensibilità sta cambiando e i numeri parlano chiaro: circa 2 italiani su 3 non mangiano più agnello a Pasqua e le macellazioni sono quasi dimezzate negli ultimi anni. Le associazioni di categoria per quest’anno lamentano inoltre già un calo nelle richieste del 30% rispetto a quelle dello scorso anno.

Per far leva sulla sensibilità crescente in questi giorni sono tante le campagne di comunicazione per salvare gli agnelli e cambiare tradizioni e abitudini. L’invito è quello di passare una Pasqua che sia felice e spensierata anche per questi animali.

E a parlarne e farsi ritrarre mentre allatta alcuni agnelli salvati si è mosso quest’anno persino Silvio Berlusconi. Che sia un sentimento sincero o che sia più una manovra per acquisire consensi e seguito per l’ala animalista del suo partito? Di sicuro questo fatto ci dice qualcosa: gli italiani sono sempre più sensibili ai temi dei diritti degli animali. Se infatti i politici si sono fatti fare foto con cani prima e se le fanno con agnelli oggi è perché sanno di arrivare al cuore delle persone, che in fondo è quello che a loro interessa. E il fatto che non si utilizzino più solo cagnolini e gattini, ma si parli anche di animali solitamente considerati come cibo, è un segno dei tempi che cambiano.

Certo, si noterà come anche in questo caso si tratta di piccoli cuccioli che fanno tenerezza, mentre non dovrebbe essere certo questo il criterio di selezione per cui alcuni animali si mangiano e altri si salvano. Ma se le persone iniziano a fare scelte etiche anche solo una specie o un argomento alla volta, è pur sempre un primo passo in una direzione.

Gli allevatori e produttori di carne nel frattempo continuano a parlare di tradizioni da difendere. Ma quante sono le tradizioni che con l’evolversi della società sono state eliminate o modificate, perché non più in linea con la morale e l’allargamento della sfera dei diritti a tutti gli esseri umani? E adesso che la sensibilità verso gli animali e il nostro rapporto nei loro confronti sono in evoluzione, anche queste tradizioni hanno evidentemente fatto il loro tempo.

Dopotutto l’80% degli italiani vorrebbe saperne di più su cosa accade agli animali dietro la produzione di carne, latte e uova, come ci dice Eurobarometro. Motivo per cui diventa ancor più necessario che circoli un video come questo e che ci si interroghi sull’impatto delle nostre scelte, affinché i nostri consumi siano più consapevoli.

Perché la realtà è davvero spesso peggio di come ce la immaginiamo, ed è ora di smettere di immaginarcela come fa comodo a noi: dovremmo perlomeno impegnarci a conoscerla.

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