Televisione

Better call Saul, la nuova stagione al via su Netflix. L’incontro con Bob Odenkirk

Mi avevano chiamato per pochi episodi e per me era già fantastico. Poi mi hanno chiesto di restare per tutta la serie e quasi non ci credevo. E alla fine addirittura uno spin off”, ha detto l'attore che FQ Magazine ha incontrato a Berlino

di Domenico Naso

A Berlino per presentare la nuova stagione di Better call Saul (il primo episodio è disponibile da oggi disponibile su Netflix), Bob Odenkirk sembrava ancora incredulo del successo di una serie che non doveva neppure esistere, visto che l’amatissimo avvocato che interpretava in Breaking Bad doveva avere, nelle intenzioni degli ideatori della serie, respiro cortissimo: “Mi avevano chiamato per pochi episodi e per me era già fantastico. Poi mi hanno chiesto di restare per tutta la serie e quasi non ci credevo. E alla fine addirittura uno spin off”.

Una incredulità genuina di un attore che è partito da lontano, a scrivere i testi per il Saturday Night Live accanto prima a Conan O’Brien e poi a Adam Sandler e Chris Rock. Appariva poco in prima persona, soprattutto in piccoli ruoli, ma piano piano era cresciuta la necessità di mettersi in gioco, di usare la propria faccia e di non affidare agli altri le battute che scriveva. Una carriera onesta ma non certo memorabile, e oggi Odenkirk lo ammette con candore, anche se il suo volto è sempre stato un volto noto per gli amanti della sketch comedy. Ecco perché, quando è stato ingaggiato come guest star per tre episodi della seconda stagione di Breaking Bad, ha fatto i salti di gioia. Figurarsi quando ha capito che il personaggio di Saul Goodman stava funzionando assai meglio del previsto, tanto da diventare il secondo più amato della serie dopo l’inarrivabile Walter White.

Fatto sta che adesso il prequel spin-off è un cult della serialità, un prodotto di qualità altissima e che i furboni di Netflix non si sono lasciati scappare (anche se la produzione è del network americano AMC). Sui divanetti di Berlino, intervistato a raffica da giornalisti provenienti da ogni angolo d’Europa per l’evento annuale di Netflix, Odenkirk ha stupito per affabilità e realismo. Si gode il momento e si vede, ma è altrettanto consapevole che in un lavoro come il suo, quello che arriva non è detto duri per sempre. Lo sa bene, visto che per anni è rimasto chiuso nel suo anonimo ufficio di Los Angeles attendendo la chiamata giusta. Sulla trama poteva raccontare pochissimo e pochissimo ha raccontato (“Mica vorrete farmi licenziare?”, ripeteva come un mantra ogni volta che qualcuno provava a carpire qualche anticipazione), ma l’evento “What’s Next? organizzato da Netflix a Berlino ha rappresentato la definitiva consacrazione di Bod Odenkirk, visto che è stato lui l’ospite d’onore, il talent di punta, presentato in pompa magna dal potentissimo Ted Sarandos, così come nel 2016, a Parigi, era stato presentato Kevin Spacey. Un successo planetario che ha alleviato il dolore dei tanti fan di Breaking Bad dopo la fine della serie ma che, al contempo, è il frutto di un’operazione diversa, per contenuti e per forma, con una scrittura magistrale che mette in risalto le doti interpretative di un signore che per troppi anni è stato (immeritatamente) nelle retrovie dello star system.

 

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