La pratica delle banche di far pagare ai clienti interessi sugli interessi finisce sotto la lente dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto tre istruttorie su Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnl per presunte pratiche commerciali scorrette legate proprio a quello che in gergo si definisce anatocismo bancario. I suoi funzionari hanno eseguito martedì ispezioni nelle sedi degli istituti, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Il sospetto, da provare, è che fino all’entrata in vigore dell’articolo 17-bis del decreto 18/2016, che ha ribadito il divieto di anatocismo salvo autorizzazione preventiva del cliente, le tre banche abbiano continuato ad applicare l’anatocismo nonostante l’espresso divieto contenuto nella legge di stabilità 2014. Dopo la riforma del 2016, i tre istituti avrebbero poi adottato – secondo l’ipotesi che l’authority dovrà ora verificare – “modalità aggressive” per indurre i propri clienti consumatori a dare l’autorizzazione all’addebito su conto degli interessi sugli interessi, appunto. Tutto questo configurerebbe una violazione del Codice del consumo.

Lo scorso ottobre sono entrate in vigore le nuove norme sull’anatocismo contenute nel decreto del ministro dell’Economia dell’agosto 2016 in attuazione del Testo unico bancario. In generale, secondo il decreto, “gli interessi debitori maturati non possono produrre interessi, salvo quelli di mora“. Che diventano esigibili dal creditore l’1 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati. Per i contratti già in corso, però, era previsto che dovesse essere richiesta l’autorizzazione del cliente all’addebito.

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