Può nutrirsi soltanto con una sostanza simile al latte e finora ha trascorso molto del suo tempo a letto e in ospedale. Ma Elena Zulato, 37 anni e finalista di Miss Italia nel 2002, non ha perso il sorriso. E ora vuole dare speranza a tutte le persone affette dal morbo di Crohn con un libro autobiografico in cui racconta – tramite stralci di diari, aneddoti ed esperienze personali – la sua battaglia contro una patologia invalidante che però non le ha impedito di inseguire i suoi sogni. E di essere felice.

Il libro si intitolerà La Miss in pigiama, perché “tutti nella mia città mi vedevano passare per strada e mi chiamavano ‘la miss'”, racconta la Zulato a Repubblica. “In pochi sapevano che, in realtà, nella mia esistenza il vestito che ho indossato di più è il pigiama”. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che causa forti dolori addominali, debolezza, disfunzioni dell’apparato digerente e perdita di peso, ma può anche coinvolgere altri organi. Una cura non esiste, e per chi ne soffre è spesso difficile trovare un modo per nutrirsi, perché l’intestino – che viene spesso ridotto tramite operazioni chirurgiche – non assimila molti alimenti. Così Elena 12 ore ogni notte è attaccata a un sondino che le somministra una sostanza simile al latte. Trascorrere così tanto tempo “attaccata a un macchinario non è facile”, dice al Mattino di Padova. “Ma non mi sono mai lasciata abbattere e ho sempre cercato di vivere la mia vita, nonostante tutto”.

Di fatto Elena non si è mai fermata: la diagnosi è arrivata quando aveva 10 anni, ma lei ha continuato a studiare. Prima si è diplomata al liceo artistico poi si è laureata in Scienze Naturali a Ferrara. “Non mi sono voluta perdere nemmeno l’Erasmus“, dice a Repubblica. “Sono stata un anno in Spagna, non è stato proprio facile ma ce l’ho fatta. In ospedale, i medici mi conoscevano tutti”.

A 22 anni è addirittura arrivata finalista a Miss Italia: “Decisi di partecipare per sfida. Volevo provare a vivere ancora un po’ fuori casa, a misurarmi con altre coetanee. Era un modo per sfuggire alla malattia. È un’esperienza che conservo nel cassetto dei bei ricordi”. Ma non è stato facile. Elena racconta che “una sera dietro le quinte, mentre mi preparavo per uscire, una colica fortissima mi fece perdere l’equilibrio. Venne Fabrizio Frizzi ad aiutarmi, porgendomi la mano e facendomi una carezza”. E oggi che spiega di avere “un marito meraviglioso che ha saputo guardare oltre la malattia, un lavoro che mi piace e una famiglia che non mi molla un attimo”, Elena ha deciso di raccontarsi per dare “speranza” a chi è nella sua stessa situazione. “La pagina Facebook e il libro che sto scrivendo sono un invito ad aprirsi, a farsi coraggio”, spiega. E il ricavato sarà devoluto alla ricerca.

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