Movimenti di guerra: dopo la Siria, la Corea del Nord. A due giorni dall’attacco missilistico contro la base aerea di Shayrat – definito un “errore decisivo” dalla guida suprema iraniana Ayatollah Seyyed Ali Khamenei da cui erano partiti i jet con le armi chimiche che hanno causato la morte di oltre 80 persone a Khan Sheikhoun, un gruppo di navi da guerra americane si sta dirigendo verso la penisola coreana, nel Pacifico occidentale, come riferisce la Cnn citando un funzionario della Difesa Usa. Donald Trump d’altronde era stato chiaro: il mirino degli Usa si era spostato verso Pyongyang, concetto ribadito sia nell’incontro ufficiale con il presidente cinese Xi Jinping che con i giornalisti che gli chiedevano le prossime mosse sullo scacchiere internazionale. La reazione scomposta di Kim Jong-un ha fatto il resto: “Quella contro la Siria è un’azione inaccettabile che conferma la validità del nostro programma nucleare“, ha fatto sapere il ministro degli Esteri del dittatore coreano. “Un segnale a Kim lo darò” ha risposto il tycoon.

Dalle parole ai fatti il passo è stato breve: la mossa del gruppo d’attacco navale ‘Vinson‘ arriva – secondo la fonte della Cnn – proprio in risposta alle recenti provocazioni della Corea del Nord. Il ‘Carl Vinson Carrier Strike Group’, che comprende anche una portaerei, è considerata la principale presenza militare Usa nella regione sotto l’amministrazione Trump. Le operazioni di pattugliamento di routine nel Mar Cinese Meridionale sono iniziate lo scorso 18 febbraio, ora lo spostamento da Singapore verso la Corea del Nord. Una mossa “necessaria“, ha spiegato all’emittente americano il funzionario della Difesa, visto l’atteggiamento di Pyongyang.

Il 5 aprile era andato in scena l’ennesimo esperimento provocatorio di Kim Jong-un, con il lancio di un missile balistico nel mare orientale, in direzione del Giappone. È stato solo l’ultimo di una lunga serie di test atomici, che hanno continuamente alzato la tensione in Estremo Oriente, alimentata anche dall’omicidio del 13 febbraio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader. Da inizio marzo, infatti, il gruppo d’attacco navale ‘Vinson’ aveva già preso parte alle manovre congiunte di Usa e Corea del Sud, terminati dopo due settimane.

Nei piani originali, il gruppo navale avrebbe dovuto poi fare rotta verso l’Australia, ma i timori di nuove intemperanze di Pyongyang, con l’ipotesi di un altro test nucleare o di lancio di un missile intercontinentale a ridosso del 15 aprile – compleanno del fondatore dello Stato, Kim Il-sung – hanno portato al cambio di programma e al ritorno verso la penisola coreana. Alcune settimana fa, Uriminzokkiri, il principale mezzo di propaganda verso l’esterno della Corea del Nord, ha postato sul suo sito web un videoclip che mostra le immagini della portaerei ‘Vinson’ prima finire nel mirino immaginario di Pyongyang e poi bruciare tra le fiamme.

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