19 marzo, San Giuseppe, festa del papà, anche di quello che non si chiama Giuseppe. Alè oh oh.

Colgo l’occasione per fare gli auguri a tutti i papà del passato, del presente e soprattutto a quelli del futuro che non hanno idea di cosa li aspetti e soprattutto faccio gli auguri a quelli che stanno leggendo questa newsletter e dicono “No, no… Io non diventerò mai papà” (sottotitolo “col cavolo”). Seeee, vabbè. Tutta scena. Lo sappiamo.

Tante chiacchiere e poi qualche anno dopo li vedi belli brizzolati sfrecciare coi loro passeggini griffati sul ponticello dei Giardini Margherita a lanciare il pane alle anatre, ai pesci giganti e alle tartarughe più giganti dei pesci giganti che ogni tanto si mangiano le anatre medie. “Hai visto Carletto cosa ha fatto il papà?” e Carletto nel passeggino dorme. Che cosa si è perso Carletto.

“No, no… Io non diventerò mai papà” dicono, ma è solo questione di tempo e alla fine arrivano, eccome se arrivano. E’ che gli uomini hanno solo un po’ paura a diventare papà, quindi rimandano il più possibile questo “trauma”. Perché non sono pronti. Oh, io li capisco. In un mondo dove a quaranta e passa anni ti chiamano ancora “il ragazzo”, non è mica facile trasformarsi in “adulto” e compiere una muta impegnativa come quella da figlio a padre e quindi, questi “regaz” vanno compresi, tanto non c’è mica fretta. O meglio, questi “ragazzi” non hanno fretta. Tutto lì.

E poi nel 2017 fare il padre non è mica facile come lo era una volta. Una volta tornavi a casa dal lavoro, i bambini dovevano stare zitti, la mamma diceva “non disturbate il papà che è stanco” e i bambini stavano zitti, il papà stava zitto pure lui, poi andava a letto che la mattina dopo doveva andare a lavorare. Vallo a dire adesso e vedi come stanno zitti i bambini, ne sa qualcosa il nonno che dopo una vita passata a lavorare e a silenziare dei bambini, adesso si trova ‘sti diavoli di nipoti da gestire tutto il giorno e la sera crolla davanti alla trasmissione dei pacchi, proprio come una volta sprofondava tra le coperte, mentre nella casa regnava il silenzio.

“Nonno, nonno, ti stancavi molto quando lavoravi?” chiede Carletto seduto su un armadio in salotto. “Mi stanco di più adesso” dice il nonno. “Ma adesso scendi da quel mobile”. E son solo le 19.00. Mamma è fuori con le amiche dell’associazione “Seitan per seitan, quarantanovan” e papà è uscito coi “ragazzi” per la pizzata del venerdì, dopo una dura settimana trascorsa su internet e a fare riunioni guardando le slide proiettate da un project manager che dice parole come business plankick off meeting, break even. Una fatica che non vi dico.

Dura la vita dei papà moderni che devono continuamente stupire i loro figli e diventare più bambini di loro, il più delle volte facendosi compatire dai bambini che sono molto più maturi di loro e i papà lo sanno e lo accusano. Non lo dicono, ma lo accusano. Mica facile meravigliare i bambini del 2017. Una volta era facile stupirli, bastava chiudersi dentro a una roulotte mentre fuori pioveva a dirotto e riempire l’abitacolo di lepri in tuta rossa, canarini feriti, ghiri dormiglioni, topi campagnoli, picchi col martello, grilli chiacchieroni e i cinni ti dicevano “Sei forte papà”. Vallo a fare adesso e vedi i cinni cosa ti dicono: “Ma sei fuori? Guarda che qua se arriva qualcuno ci denunciano, vero mamma?”. E la mamma è già lì che chiama la Protezione Animali e sentenzia: “Ma dove hai la testa? Ma come ti è venuto in mente di riempire la roulotte di animali? Lunedì vieni con me che ti porto da uno bravo”. Segue pizzata organizzata via WhatsApp insieme ai genitori del corso di rafting. E finalmente è lunedì, si torna a riposare.

Insomma, è evidente che i tempi siano cambiati e che nel 2017 non sia più così semplice essere dei papà, ma armatevi di coraggio e accogliete con entusiasmo questa sfida: abbiate il coraggio di festeggiare la festa del papà. Sarà bellissimo e non fate quelli che dicono “no, ma io non voglio festeggiare il 19 marzo”. E perché no? Date retta a me, fatevi celebrare prima che i vostri figli crescano e vi mandino inevitabilmente a quel paese (lo sapete che più o meno finirà così, vero?) e godetevi questo giorno di festa. Potrebbe essere l’occasione per farvi regalare una PlayStation nuova o quel Darth Vader della Lego da assemblare che desiderate da tanto tempo. E’ un’idea.

Buona festa del papà.

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