Anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca chiedono il sostegno finanziario straordinario dello Stato per riuscire a salvarsi. Entrambi gli istituti – che dovrebbero arrivare a una fusione – hanno comunicato al ministero dell’Economia, a Banca d’Italia e alla Bce l’intenzione di accedere alla ricapitalizzazione precauzionale.

Il piano industriale 2017-2021 della Popolare di Vicenza prevede come detto il progetto di fusione con il Gruppo Veneto Banca e un intervento di “rafforzamento patrimoniale – come ha evidenziato la Popolare di Vicenza – da realizzare nel 2017″. E proprio nell’ambito delle modalità di reperimento dei capitali necessari ad implementare la ricapitalizzazione la Popolare di Vicenza “ha comunicato – prosegue la nota dell’istituto di credito – l’intenzione di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo da parte dello Stato”.

Già nei giorni scorsi Popolare di Vicenza e Veneto Banca avevano riunito i rispettivi Cda per approvare la risposta da inviare alla Bce, che aveva chiesto ai due istituti come intendessero finanziare i propri fabbisogni di capitale sulla base di piani industriali stand alone e non di quello congiunto legato al progetto di fusione.

Nelle lettere, spedite singolarmente, sarebbe stato ribadito che i due istituti ritengono di avere i requisiti per accedere alla ricapitalizzazione precauzionale. Per le banche, inoltre, i fabbisogni di capitale – stimati in circa 5 miliardi di euro – devono essere valutati sulla base del progetto di fusione sottoposto alla Bce, considerato un passaggio imprescindibile per il loro rilancio.

Un contributo alla riduzione degli aiuti di Stato potrebbe venire dal fondo Atlante, socio al 99 per cento di entrambe le banche, che non ha ancora preso una posizione in merito alla nuova ricapitalizzazione.

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