L’invasione. C’è chi usa questa espressione parlando dei migranti che arrivano in Italia. Le parole hanno un significato preciso. Alcune parole possono essere usate però per colpire l’immaginazione. È chiaro che “l’invasione” è fatta da persone armate per conquistare un territorio, non da donne e bambini disarmati in fuga dalla guerra o dalla fame. Però le parole servono anche a evocare emozioni, come la paura. Le parole possono ingannare, mentre i numeri, se letti nella loro interezza dicono sempre la verità. Analizziamo allora le cifre di questa “invasione”.

Nel 2015 sono sbarcati in Italia 153mila persone, 27mila in più nel 2016. Un bel numero, equivalente a quello degli abitanti di una città di media grandezza, come quella dove vivo io, Ravenna. I migranti non arrivano tutti via mare però, una parte anche via terra*.

Secondo Eurostat nel 2015 sono in totale 200mila i migranti che hanno raggiunto l’Italia, via mare e via terra. Un bel numero. Ci sarebbe da chiedersi: ci sta tutta questa gente in Italia? Non rischiamo di essere troppi? Di solito ci si ferma qui. Per vedere le cifre nel loro contesto però occorre un ulteriore sforzo. Quando guardiamo qualcosa da troppo vicino non ci accorgiamo di quello che c’è attorno. Proviamo ora, così, per esercizio, ad allontanarci di un passo e leggere anche le cifre scritte accanto a questa.

Nello stesso 2015 sono 81mila gli stranieri che hanno lasciato il nostro Paese. Erano qui di passaggio, alcuni sono rimasti solo il tempo necessario per trovare il modo di andarsene. Quindi di quei 200mila ne rimangono 120mila. Facciamo un altro passo indietro.

In Italia non esiste lo ius soli, ovvero se due stranieri che vivono in Italia hanno un figlio questo risulta immigrato, anche se non si sa da dove sia immigrato visto che non è mai stato da nessuna parte perché è nato da appena un minuto. Bene: 63mila di questi “nuovi immigrati” sono i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Fate i calcoli. Ne restano meno di 60mila.

Qualcuno dirà però che ci sono anche migranti che giungono in Italia senza che nessuno se ne accorga, questi non rientrano di certo nei conti di Eurostat. Certo, esistono anche migranti che non vengono segnalati. Visto che è in vigore una assurda legge comunitaria che impone al primo stato in cui vengono registrati di occuparsi della gestione dei migranti l’Europa ha accusato l’Italia di non registrare alcuni migranti in modo da agevolarli ad attraversare le frontiere per lasciare il paese. Solitamente evitano di essere registrati per andare in un altro stato europeo. Ma mettiamo pure che il conto che stiamo facendo sia riduttivo. Supponiamo, arrotondando per eccesso, che la metà dei migranti entrino nel Paese senza risultare a nessun controllo. Raddoppiamo quindi il numero. Arriviamo a 120mila. Bene.

Facciamo un altro passo indietro. Nel 2015 sono stati 107mila gli italiani che hanno lasciato il Paese per emigrare all’estero. 107mila persone. Come se una mattina tutti gli abitanti di una città italiana di media grandezza, come Vicenza o Arezzo, facessero la valigia e se ne andassero lasciando la città deserta. Quindi c’è una invasione di stranieri in Italia? Una invasione di italiani verso gli altri paesi d’Europa? O c’è un normale movimento di persone per il mondo? Il risultato è che di fatto il conto finale è quasi in pareggio. Il numero degli italiani che se ne va è quasi uguale a quello dei migranti che arrivano. Perché questo non si sente mai dire? Forse perché non fa comodo a nessuno, né a chi marcia sulla paura di migranti, né a chi vuol vedere l’Italia come un paese economicamente sano?

Facciamo un ultimo passo indietro. Questa parte è dedicata a quelli di voi che stanno pensando che anche se il numero di persone rimane uguale i neri non contano come i bianchi. Alcuni li chiamerebbero “razzisti”, ma visto che questa parola non piace più nemmeno ai razzisti, li chiamerò solamente “cinici”.

Cari cinici leggete bene questa ultima parte: il governo e i suoi ministri continuano a dirci che gli italiani non fanno figli e che la popolazione invecchia e di questo passo l’Italia rimarrà un Paese di vecchi a cui nessuno pagherà la pensione. Visto che i giovani italiani non vogliono fare figli c’è di fatto una soluzione. I migranti che arrivano sono giovani, alcuni neonati (nati immigrati in Italia). Fate due conti.

In conclusione: In Italia ci sono molti migranti, è vero. Ma è un numero consolidato. Il numero è cresciuto soprattutto negli anni in cui l’Unione europea si è allargata, tra il 2004 e il 2007, e sono arrivati in Italia nuovi comunitari, soprattutto rumeni e albanesi (anche se l’Albania non è nella Ue). Un secondo gruppo arrivò dopo le primavere arabe dai Paesi del Maghreb tra il 2010 e il 2012. Il tasso di crescita è praticamente fermo da diversi anni. Tra il 2014 e il 2015 gli immigrati sono aumentati appena dello 0,1%. Come? Direte, e tutti gli esuli delle guerre in Siria, Afghanistan e Iraq? Il numero di questi profughi giunti in Italia è irrisorio. Il motivo? Viaggiano via terra e si fermano prima di arrivare da noi. Il Paese che ne ospita il maggior numero è il Pakistan. Quelli che arrivano fino in Europa, una minima parte rispetto a quelli arrivati in Pakistan, si fermano in Germania o in Austria. Oggi sono 5 milioni gli stranieri residenti in Italia. Sono 5 milioni e 200 mila gli italiani che vivono all’estero. Se la prima cifra è stabile questa seconda è in aumento. Nel 2015 il numero degli italiani all’estero ha superato quello degli stranieri in Italia.

* Le fonti dei dati sono fondamentali per analizzarli. Per questo di seguito si troveranno solo dati tratti dalle due più autorevoli Istat e Eurostat, universalmente considerate le più affidabili per i dati in Italia e in Unione Europea. Utilizzerò i dati del 2015 perché del 2016 non ci sono ancora tutte le informazioni definitive.

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