Furbetti del cartellino anche quando erano in ferie. Emerge anche questo particolare dagli atti dell’inchiesta della Procura di Napoli a un mega blitz anti assenteismo nell’ospedale Loreto mare. Il meccanismo di falsa attestazione delle presenze da parte di un gruppo di dipendenti della struttura era talmente rodato da procedere ‘in automatico’, tanto da far segnare al marcatempo – per errore – anche la presenza di chi era in ferie. Una ‘svista’ che poi costringeva uno degli indagati ad accedere illecitamente al sistema informatico, per correggere i dati.

L’indagine ha portato agli arresti domiciliari 55 dipendenti dell’ospedale. Gli indagati, a vario titolo, sono complessivamente 94, ma l’inchiesta potrebbe ad allargarsi. Lunedì il gip Pietro Carola riprenderà gli interrogatori di garanzia. I primi sette indagati, sentiti sabato, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ed è anche annunciata una manifestazione di protesta all’esterno del Loreto Mare, da parte di precari della sanità. Sarà presente il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli, che chiede il licenziamento dei dipendenti infedeli.

I filoni accusatori sono diversi. Alcuni medici devono rispondere di aver violato il rapporto di esclusività con l’ospedale, dedicandosi anche al lavoro con centri privati. La maggior parte degli indagati è accusata di associazione per delinquere e truffa, per aver messo in piedi quello che appare come un ‘service’ che assicurava in modo strutturale marcature irregolari dei badge. Gli accessi abusivi al sistema informatico, invece, servivano per cancellare i ‘recuperi’ dovuti dai ritardatari o per attribuire a qualcuno ore di straordinario mai svolte.

Molte delle irregolarità riscontrate nei quattro mesi di osservazione da parte dei carabinieri (tra fine 2014 e inizio 2015) fanno riferimento a quattro dipendenti dell’ufficio Prass, presenze/assenze, ossia proprio la struttura – alle dirette dipendenze della direzione amministrativa dell’ospedale – che avrebbe dovuto garantire il controllo di tutto il personale. Una di questi dipendenti nel periodo di osservazione “non è mai stata vista dalla pg effettuare personalmente una marcatura in uscita”. Il personale di questo ufficio, sottolinea il gip, ha posto “abitualmente in essere condotte fraudolente ai danni dell’azienda, sia a proprio vantaggio sia a vantaggio di altri dipendenti”.

Al Loreto Mare c’era insomma “un sistema di diffusa illegalità – scrive il gip – che uniforma i comportamenti di numerosi dipendenti appartenenti a tutti i livelli della scala gerarchica”. Un andazzo che, proprio per la sua estensione, non poteva non essere notato da altri: proprio sulle eventuali ulteriori connivenze – o omissioni di controllo da parte dei superiori – potrebbe ora svilupparsi il lavoro dei pm. Secondo il gip Carola, nella vicenda emerge “indifferenza, superficialità, negligenza da parte dei dirigenti e degli addetti alla vigilanza sul personale”. Sotto i riflettori anche la posizione di uno o più sindacalisti che potrebbero aver esercitato pressioni a favore di dipendenti “particolarmente chiacchierati”, forse per ottenerne vantaggi elettorali. La Uil ha annunciato di volersi costituire parte civile nel futuro processo.

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