Bankitalia è sempre un passo avanti agli altri. Mentre fa ancora clamore la protesta dei taxi contro Uber e si discute animatamente sulle ragioni degli uni e degli altri, Via Nazionale il dilemma lo ha risolto alla radice già diversi anni fa: tutti i dipendenti dell’istituto, a qualunque livello siano inquadrati, devono usare gli ncc (noleggio auto con conducente) per gli spostamenti di servizio. Il taxi non verrebbe rimborsato. Quanto ai mezzi pubblici, non sono un’opzione: perché disturbarsi se c’è un autista in livrea che per contratto ti viene a prendere direttamente a casa? A Venezia, sede importante che ha il compito di vigilare sulle banche del territorio, come ad esempio la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il servizio viene svolto anche in motoscafo. Non si potrebbe fare altrimenti, a meno di voler discriminare i dipendenti che lavorano a Palazzo Dolfin Manin rispetto ai colleghi che non hanno la sfortuna di lavorare (e magari abitare) sul Canal Grande.

Bisogna però dare atto a Banca d’Italia di aver preso molto sul serio la questione della spending review e l’appalto per i servizi di noleggio con conducente rappresenta certamente un passo avanti in questo senso perché – pur costando quasi 2 milioni di euro (1,889 per la precisione) per i soli servizi erogati nella provincia di Roma – consente probabilmente qualche risparmio rispetto all’utilizzo delle tradizionali auto blu.

D’altra parte non si può dire che i nostri banchieri centrali manchino di lungimiranza e di spirito d’iniziativa. Da mesi, anzi, c’è un gran fermento. Sono state promosse delle commissioni per valutare il livello di stress sul lavoro, perché ora che quasi tutte le competenze sono volate a Francoforte di lavoro qui in Italia ce n’è poco e i dipendenti, giustamente, ne soffrono. E’ stato dato libero accesso a Internet da tutte le postazioni di lavoro, ma anche navigando il tempo non passa mai. Così si studiano nuove iniziative rivolte ai cittadini come quelle, lodevoli, di promozione dell’educazione finanziaria o quelle – la cui utilità è forse più discutibile – finalizzate a presentare al pubblico le nuove banconote. Presto sarà la volta del biglietto da 50 euro: nelle filiali dell’istituto sono già arrivati migliaia di depliant informativi e pare che i dipendenti stiano sgomitando per avere il privilegio di presenziare ai banchetti informativi che verranno allestiti nei grandi centri commerciali. Viene da dire che pur di far qualcosa farebbero anche gli uomini sandwich.

Intanto, sabato 25 febbraio, Palazzo Koch verrà aperto al pubblico per la prima volta e a fare da ciceroni durante le visite guidate che si svolgeranno ogni ultimo sabato del mese (prenotazione online obbligatoria a questo link) saranno gli stessi dipendenti della Banca d’Italia. Chissà, magari a fare da guida turistica ci sarà anche qualche annoiato dirigente da 25mila euro al mese di stipendio. Più probabilmente no, ma alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni, viene da chiedersi se più che aprire la sede non sia meglio che Banca d’Italia inizi ad aprire i cassetti.

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