Si chiude con tredici condanne per peculato e una assoluzione il primo processo sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale in Sardegna: le pene oscillano dai cinque anni e sei mesi ai due anni e due mesi. Gli imputati sono appunto i consiglieri della tredicesima legislatura, quella tra il 2004 e il 2008: un’appartenenza bipartisan distribuita in due gruppi (Misto e Insieme per la Sardegna). Non tutti sono ex: ci sono anche tre attuali consiglieri, per loro scatterà la sospensione per via della legge Severino. Si tratta dei due attualmente di Forza Italia, Oscar Cherchi e Alberto Randazzo (rispettivamente 4 e 3 anni) e del leader dell’Uds, Mariolino Floris (4 anni e sei mesi).

In tarda mattinata il giudice Mauro Grandesso ha letto la sentenza della prima sezione del tribunale di Cagliari. Accolte, con alcune attenuanti, le richieste di condanna portate avanti dal pm Marco Cocco che aveva aperto l’inchiesta nel 2009 (la prima in Italia) in base a un esposto di Ornella Piredda (oggi assente in un’Aula affollata invece dai suoi sostenitori), una funzionaria diventata poi testimone chiave che aveva prima presentato denunce per mobbing e poi svelato ‘il sistema’. L’ipotesi accolta è che i soldi per i fondi ai gruppi siano stati spesi per un “uso illecito”, ossia non legato a scopi “istituzionali” del gruppo politico ma personali: da pranzi e soggiorni in hotel (anche durante le feste) a bollette telefoniche, fino al “sostegno a persone in difficoltà”. La prassi, ricostruita, era quella della distribuzione di una sorta di paghetta mensile a ciascun onorevole di circa 2500 euro. E senza nessuna rendicontazione, comunque obbligatoria a dispetto di una delibera del 1993 in cui si dispensava la tracciabilità. Le spese singolarmente contestate vanno dai 135mila euro a qualche decina di migliaia di euro.

Le condanne, i nomi. L’unico assolto oggi è Giommaria Uggias (ex Idv e già europarlamentare) perché “il fatto non costituisce reato”. La condanna più pesante, 5 anni e 6 mesi, è stata inflitta all’ex capogruppo del Misto Giuseppe Atzeri (Pds’Az), assolto con formula piena dalla contestazione di mobbing e falso nei confronti di Piredda. A seguire: Mariolino Floris (Uds) 4 anni e 6 mesi; la socialista Maria Grazia Caligaris (Sdi-Psi) 4 anni e 6 mesi; Oscar Cherchi (Fi) 4 anni; Sergio Marracini (Udeur) 4 anni e 6 mesi; Raffaele Farigu (Nuovo Psi) 2 anni e 2 mesi; Carmelo Cachia (Udeur) 3 anni e 10 mesi; Tore Serra (Comunisti italiani) 3 anni e 10 mesi; 3 anni ai due fratelli Alberto e Vittorio Randazzo, ex Pdl il primo, Udc il secondo; Tore Amadu (Pdl) 2 anni e 2 mesi; Raimondo Ibba (Sdi-Psi) 2 anni e 2 mesi; Pierangelo Masia (Sdi-Psi) 2 anni e 2 mesi. La Corte ha anche deciso l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della condanna ad Amadu, Ibba e Masia, quella perpetua per tutti gli altri. Gli imputati iniziali dei due gruppi erano venti: oltre ai 14 della sentenza di oggi, uno è deceduto, altri tre sono stati condannati Silvestro Ladu (Fortza Paris ed ex senatore Pdl) 6 anniBeniamino Scarpa (Psd’Az poi Pd), 4 anni e mezzo e Adriano Salis (Idv), un anno e 8 mesi. Assolti nel 2015 Peppino Balia (Socialista) e Renato Lai (ex Pdl ora Ncd).

Altra inchiesta, altra legislatura. Questo non è l’unico processo sui fondi ai gruppi in Sardegna. L’altro che scorre parallelo riguarda la stessa legislatura: tra il 2004 e il 2008, sempre del pm Marco Cocco che ha esteso l’indagini agli altri gruppi. Tra gli imputati l’ex sottosegretario alla Cultura dem Francesca Barracciu (a cui vengono contestate 81mila euro di spese). Archiviate le posizioni di altri ex Pd: il senatore Giuseppe Cucca e il deputato Francesco Sanna (entrambi ora in corsa per la segreteria regionale del partito), oltre a Marco Espa ed Eliseo Secci. Altro filone ancora quello sulla legislatura successiva, la quattordicesima, tra il 2009-2014 per cui sono scattati gli arresti per Mario Diana, Carlo Sanjust e Sisinnio Piras, e l’ex Fortza Paris Eugenio Murgioni. Finora sono stati condannati Sanjust, Piras e Onorio Pretini, il primo ha restituito 25mila euro. Esattamente l’importo dell’assegno utilizzato per pagare il banchetto di nozze al centralissimo Bastione Saint Remy a Cagliari.

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