I piani nella fibra di Telecom e Fastweb finiscono nel mirino dell’Antitrust. L’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha infatti avviato un’istruttoria sui progetti di Flash Fiber, la società creata dalle due compagnie per sviluppare assieme la nuova rete di telecomunicazioni. Obiettivo del garante è verificare se l’unione fra Telecom e Fastweb in Flash Fiber sia lesiva della concorrenza e pregiudichi l’interesse dei consumatori, oltre che degli altri operatori. Primo fra tutti Enel Open Fiber, la società di telecomunicazioni dell’Enel che si è già aggiudicata da Infratel i primi fondi pubblici per portare la fibra nelle aree a fallimento di mercato. Si tratta di un’indagine molto delicata che rischia di incidere sui piani di crescita di Telecom e Fastweb, che hanno difeso il progetto e hanno espresso piena fiducia nell’autorità. Non a caso l’Antitrust ha anche chiesto l’aiuto della Guardia di Finanza che ha già effettuato una serie di ispezioni nelle sedi delle società, “ritenute in possesso di elementi utili ai fini dell’istruttoria avviata”.

Il procedimento, che si chiuderà nel giro di sessanta giorni, è partito dalle segnalazioni di Wind, Vodafone ed Enel che “hanno lamentato le potenziali restrizioni concorrenziali” soprattutto nel “coordinamento orizzontale fra le due società madri nel mercato wholesale e nel mercato retail”, come si legge nella delibera Antitrust. Gli operatori concorrenti temono, infatti, che Flash Fiber possa sfruttare una condizione privilegiata data dalla forza delle reti Fastweb e Telecom per la promozione della banda ultralarga nell’ambito del Piano Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nei progetti di Telecom e Fastweb, Flash Fiber dovrebbe infatti portare la fibra a casa (FTTH) in 29 città italiane sostituendo l’ultimo miglio in rame con la moderna tecnologia per la banda ultralarga. Una volta realizzata la rete, i due soci ne avrebbero uso esclusivo a prezzo concordato. Fermo restando la possibilità che ulteriore capacità possa essere venduta ad operatori terzi. Dal canto loro i due operatori sostengono che “la pressione competitiva assicurata da Open Fiber spa assicuri la traslazione delle efficienze a valle, nella forma di riduzione dei prezzi per i consumatori”, come si legge nel provvedimento dell’Autorità. Senza contare che le due società promettono di continuare “a farsi concorrenza restando totalmente autonome nella commercializzazione dei servizi IT basati sulla trasmissione via banda larga e ultra-larga, così come ritengono di dover fronteggiare la concorrenza di terzi, rappresentata da OF”.

Tuttavia secondo il garante resta il dubbio che il piano dei due alleati possa di fatto trasformare il vecchio monopolio della rete in rame di Telecom in una nuova posizione dominante dei due alleati. E così l’Autorità ha deciso di vederci chiaro rilevando che l’intesa riguarda i due operatori “verticalmente integrati” più importanti del Paese, uno dei quali fa capo all’imprenditore francese Vincent Bolloré già nel mirino delle authority per l’assalto a Mediaset. Azionisti a parte le due società non solo hanno un’infrastruttura forte, ma hanno anche quote rilevanti nella vendita di servizi di telefonia.“L’intesa in oggetto, infatti, comportando un rilevante coordinamento tra Fastweb e Telecom Italia in scelte strategiche relative alle reti fisse a banda larga e ultra-larga, potrebbe ridurre l’intensità della competizione statica e dinamica, considerando che essa coinvolge i due principali operatori verticalmente integrati operanti nel settore”, spiega il provvedimento dell’Antitrust. Di qui la decisione di aprire un’istruttoria, il cui esito potrebbe mettere ko i progetti dell’ex monopolista e del suo alleato Fastweb nella rete di nuova generazione.

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