Tra i tanti scopi se vogliamo anche sociali del Festival di Sanremo, c’è anche quello di dare spazio ai polemisti di professione, a chi aspetta la settimana rivierasca per prendere di mira qualcuno o qualcosa e conquistare i consueti quindici minuti di notorietà che altrimenti arriverebbero con difficoltà.

Quest’anno la chiave scelta non è neppure così originale, visto che già nelle ultime edizioni se n’è parlato tanto, persino troppo: troppi gay sul palco dell’Ariston, troppo spazio alla “propaganda omosessualista” o, peggio ancora, “alla pratica nazista dell’utero in affitto”.

Lo scorso anno era stato il Festival dei nastri arcobaleno a supporto del disegno di legge sulle unioni civili (poi andato in porto), e Mario Adinolfi, sentinelle in piedi e compagnia pregante si erano scatenati come di consueto. Archiviate le unioni civili, il 2017 ha portato un upgrade nella polemica anti-gay: l’utero in affitto. In prima linea, come di consueto, l’ex parlamentare Pd Mario Adinolfi, adesso leader del Popolo della Famiglia, micropartito con risultati elettorali da prefisso telefonico che ormai da qualche anno non fa altro che mettere in guardia dai pericoli della “propaganda omosessualista”.

Quando, a gennaio, erano stati annunciati Tiziano Ferro e Ricky Martin come ospiti del Festival, Adinolfi aveva tuonato, intervenendo a Radio Cusano: “Il costo di Sanremo è di 16 milioni di euro, presi dai soldi delle famiglie italiane per pagare Tiziano Ferro e Ricky Martin”. E ancora, giusto per rincarare la dose: “Io il figlio dell’utero in affitto che si compra Tiziano Ferro non lo voglio pagare con il mio canone. Avrà un cachet di 250-300.000 euro, esattamente il costo di un utero in affitto in California”. Complotto! Dunque, se abbiamo capito bene, Tiziano Ferro avrebbe deciso di sbarcare in riviera solo per racimolare il gruzzoletto per “comprare” un bimbo in California. Come se, poi, Ferro avesse problemi di liquidità.

Ma se su Ferro trattasi di illazioni, su Ricky Martin Adinolfi trova terreno fertile, visto che il cantate portoricano è già felicemente padre, dal 2008, di due gemelli. A dar manforte al crociato Adinolfi, poi, sono arrivate le immancabili “Sentinelle in piedi”, che hanno organizzato una manifestazione di protesta a Sanremo. Anzi, per essere precisi trattasi di “veglia di preghiera”: “Chiamereste in casa vostra un trafficante di esseri umani? Fareste accomodare sul divano una persona che ha stipulato un contratto per comprare un bambino? Sareste disposti a pagare per farvi un caffè con un uomo che ha commesso un reato e non solo non è pentito, ma si prepara a rifarlo? Se la risposta è no, attenzione, perché questo è proprio quello che vedremo al Festival di Sanremo”. Toni apocalittici, dunque, che sembrano preannunciare l’Armageddon festivaliero in terra ligure. Tra pioggia di rane, cavalieri dell’Apocalisse, cavallette e rischi letali per i primogeniti, sabato arriveranno anche le sentinelle in piedi. Come se il clima festivaliero non fosse già abbastanza sfiancante e non mettesse alla prova le resistenza anche degli stomaci più forti.

Qualcuno avvisi sentinelle e affini, però, che Tiziano Ferro e Ricky Martin saranno ospiti del festival stasera, e sabato sera rischiano di protestare contro Al Bano (fiero pluripadre tradizionale) o qualche anziana signora impellicciata che si accinge a entrare all’Ariston.

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