Sky Italia incrocerà le braccia per tutta la giornata di mercoledì 8 febbraio, con tanto di manifestazione a Montecitorio. Lo sciopero dei lavoratori italiani dell’emittente del gruppo Murdoch, dalle 6 dell’8 febbraio alle 6 del 9, è stato indetto dalle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil con le Rsu Sky, in concomitanza con quello del personale giornalistico, il secondo dopo lo stop al Tg del 24 gennaio. La decisione – informa una nota della Slc Cgil – è stata presa dopo l’incontro di lunedì con la direzione del personale accompagnata dalle diverse direzioni aziendali interessate dalla riorganizzazione. Gli esuberi previsti sono 194 (di cui 13 giornalisti), i trasferimenti 378 (di cui 102 giornalisti). La riorganizzazione impatta pesantemente su Roma, lasciando nella capitale 181 lavoratori contro gli attuali 669.

I sindacati – sottolinea la nota – “hanno espresso totale contrarietà all’operazione. Sky Italia è una società che fa utili, che non pensa di ridimensionare la propria attività anzi, per stessa dichiarazione della direzione del personale, proseguirà in investimenti e assunzioni, quindi è inaccettabile una operazione di tale portata sul personale. Le stesse sono intenzionate, ed in parte lo hanno già fatto (martedì una delegazione è stata ricevuta in Campidoglio dal sindaco di Roma, ndr), di chiedere l’intervento delle Istituzioni a tutela dell’occupazione. Drammatico sarebbe l’effetto su Roma, ridotta alla sola redazione politica“. “Alla richiesta di avere un progetto industriale di medio lungo termine che garantisca la continuità lavorativa per tutti i siti – si sottolinea ancora -, Sky ha chiarito che il futuro dipende solo dalla capacità dell’azienda di migliorare prodotti e performance. Alla richiesta di rivedere il pesante piano di riorganizzazione l’azienda ha detto con chiarezza che non ci sono spazi di ripensamento. Che non è intenzione di Sky di utilizzare ammortizzatori sociali, cosa che Andrea Zappia ha chiarito in un incontro ai Ministri Calenda e Poletti, questo perché non esiste uno stato di crisi ma una scelta riorganizzativa“.

Infine “alla chiara domanda sul processo riorganizzativo – proseguono i sindacati – Sky ha chiarito che non vorrebbe avviare procedure di legge per licenziamenti collettivi e trasferimenti, questo sempre che si trovi un accordo con i sindacati e l’accettazione individuale di tutti i lavoratori a essere trasferiti o incentivati/sostenuti all’uscita. In caso contrario andrà avanti con i licenziamenti ed i trasferimenti attivando le procedure di legge”.

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