“Non bisogna smarrire mai il senso dei propri limiti, soprattutto istituzionali”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto ai giovani magistrati che ha incontrato al Quirinale, ammonendoli sui rischi della loro professione. “I magistrati hanno un compito molto importante. Non fatevi condizionare da nulla se non dalla legge“, il monito del capo dello Stato ai suoi interlocutori, ai quali ha rivolto quindi un invito: “Sentirsi inseriti nell’ufficio giudiziario cui si appartiene e avvantaggiarsi dello scambio e della collaborazione con colleghi e con i dirigenti degli uffici” è il miglior modo, secondo il presidente, “per evitare il rischio di sovraesposizioni o di provvedimenti giudiziari che possano apparire singolari”.

Mattarella ha ricevuto al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio nominati con il decreto ministeriale del 18 gennaio 2016. Presenti all’incontro anche il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, oltre ai vertici del Consiglio Superiore della Magistratura e della Corte Suprema di Cassazione. “Rifuggite dal sottile condizionamento della percezione dell’importanza del proprio ruolo. Questo lo dico anzitutto a me stesso”, ha detto il capo dello Stato. Ricordando la sua esperienza di giudice costituzionale, ha sottolineato di avere “apprezzato fortemente la grande, fondamentale utilità del confronto dei punti di vista e della dialettica delle opinioni: fa conseguire un arricchimento progressivo”.

Mattarella ha insistito in diversi passaggi del suo discorso sulla “capacità di fare squadra“, criterio in base al quale “il Csm è chiamato a selezionare i magistrati per gli incarichi direttivi e semidirettivi”. Inoltre, “la collaborazione e il confronto sono fonti di arricchimento per tutti, tanto più quando si esercitano funzioni monocratiche” e servono a evitare il rischio di “sovraesposizione” dei magistrati, ha sottolineato il presidente. Che ha voluto poi raccomandare come “l’equilibrio nell’esercizio della funzione giudiziaria consiste nel sapere evitare il duplice rischio di applicazioni meccanicistiche delle norme o di letture arbitrariamente ‘creative‘ delle stesse”.

“La magistratura nella nostra recente storia ha dimostrato di avere tutti gli strumenti per garantire il riconoscimento dei diritti, senza condizionamenti. È un bene che sia sempre più orgogliosa della sua funzione insostituibile, ma anche consapevole della grande responsabilità che grava sulla sua azione – ha detto infine l’inquilino del Colle – ai magistrati è affidata la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia: senza questa non c’è dignità della persona, non c’è uguaglianza, non c’è democrazia“, ha concluso Mattarella, invitando a sviluppare il dialogo con le corti supreme, nazionali ed europee, “avendo come punto di riferimento imprescindibile i nostri valori costituzionali“.

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