Era già ricercato in Tunisia per il suo presunto ruolo nell’attacco al Museo del Bardo del 18 marzo 2015. Un attentato nel quale persero la vita 24 persone, tra cui quattro italiani. Un 36enne tunisino è stato arrestato nel corso di un maxi blitx antiterrorismo della polizia tedesca nella regione dell’Assia, dove oltre mille agenti hanno effettuato 54 perquisizioni in case, aziende e moschee. L’uomo è accusato di essere un reclutatore per conto dell’Isis e di avere pianificato un attentato in Germania. Sarebbe anche coinvolto in un attacco nella città di confine di Ben Guerdane, al confine con la Libia, avvenuto nel marzo 2016, dove morirono 13 agenti delle forze di sicurezza e sette civili.

La procura tedesca ha inoltre fatto sapere che il 36enne era già stato in Germania fra il 2003 e l’aprile 2013, poi era rientrato nel Paese “sotto altro nome, come richiedente asilo”. La procura di Francoforte ha spiegato che era stato fermato lo scorso anno in relazione a una sentenza del 2008 per lesioni ed era stato in custodia per 43 giorni in attesa dell’espulsione in Tunisia. Il trasferimento era però stato annullato, perché le autorità del suo Paese d’origine non avevano mandato i documenti necessari. Era quindi stato rilasciato e posto sotto sorveglianza. Come nel caso del connazionale Anis Amri, l’attentatore di Berlino, a causa di mancanze nella documentazione necessaria al rimpatrio, era stato rimesso in libertà il 4 novembre 2016. Da allora, fino all’arresto di oggi, l’uomo è stato posto sotto osservazione.

L’operazione della polizia si è svolta a Francoforte, Offenbach am Main, Darmstadt, Limburg e Wiesbaden per individuare i componenti di una rete salafita (ispirata al ramo ultraconservatore dell’islam sunnita) diffusa e complice dell’Isis. Secondo la Bild nel mirino degli investigatori ci sono 16 persone, di età compresa fra i 16 e 46 anni, sospettate di essere in qualche modo coinvolte in attività terroristiche. In parallelo, a Berlino la polizia ha arrestato altri tre uomini, per il sospetto che fossero legati a militanti dell’Isis e intendessero andare in Medio Oriente per sottoporsi ad addestramento militare. Nelle indagini è coinvolta, ancora una volta, anche la moschea ‘Fussilet’, a Berlin-Moabit, con cui i tre sarebbero stati in contatto.

In Germania l’attenzione è particolarmente alta dopo che il tunisino Anis Amri, tunisino la cui richiesta di asilo era stata respinta, a dicembre ha intenzionalmente travolto a bordo di un camion un affollato mercatino di Natale di Berlino, uccidendo dodici persone. Il governo della cancelliera Angela Merkel è stato duramente criticato per le politiche migratorie e accusato di lacune nella sicurezza. Oggi, l’esecutivo ha approvato l’uso di braccialetti elettronici per controllare gli individui che possano rappresentare una minaccia terroristica. Il dispositivo potrà essere utilizzato anche se la persona sottoposta al controllo non sarà stata condannata, mentre sinora poteva essere monitorata solo in quel caso.

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