“Un congresso è necessario, se il segretario lo nega, allora è lui arrivare a una scissione, non gli altri”. Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, attacca Matteo Renzi come principale responsabe delle divisioni che stanno animando il Partito democratico. Divisione fotografate da quanto accaduto sabato: nel giorno in cui il segretario del Pd tornava sulla scena dopo la sconfitta del 4 dicembre convocando a Rimini l’assemblea degli amministratori locali, la minoranza dem si è data appuntamento a Roma con Sinistra Italiana, per ripartire dai Comitati del No. “La scissione parte da chi non rispetta le norme dello statuto e ora il segretario del partito non lo sta rispettando”, è la posizione di Emiliano, intervistato da Lucia Annunziata a ‘In mezz’ora‘. Alle sue parole replica il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: “Le regole sono chiare. Emiliano la smetta con le mistificazioni”. Sulla stessa linea il presidente dem Matteo Orfini, che lo invita a conoscere meglio lo statuto.

L’attacco al segretario del suo partito continua: “Renzi sbaglia quando dice ‘poco importa se io perdo le elezioni, intanto salvo i miei’. Fanno come con Roma, dove mollare l’osso è stato gravissimo”. E, aggiunge Emiliano, “gli italiani per lui non intendono fare nulla, glielo hanno già dimostrato con il referendum. Lui non può fare degli italiani e del partito quello che gli pare. Se non convoca il congresso si può perfino arrivare alle carte bollate, quindi prima cominciamo meglio è. Poi ci impegniamo, io per primo, a ricostruire le ragioni dello stare insieme”. Tra l’altro, incalza ancora il governatore della Puglia, “il congresso si deve fare non solo per la tragedia politica del referendum, ma perché siamo anche alla fine del mandato del segretario”.

Emiliano non nasconde di essere un potenziale candidato alla segreteria e, se avesse potuto, sabato sarebbe andato a Roma dalla minoranza, non certo a Rimini. “Ero all’Aquila a partecipare ai funerali di un pugliese che è caduto con l’elicottero del 118 – racconta il governatore – la platea di Renzi rappresenta le mie origini, per me gli amministratori di questo Paese sono tutto”. Ma “Renzi parla fuori dal quadro, la sua sopravvivenza politica è un problema suo”, invece “D’Alema ha detto a tutti ‘io non sono della partita”. “Io e D’Alema ci siamo scontrati tante volte e in questo siamo diventati amici” ha commentato Emiliano.

“Se ci sarà bisogno di candidarsi mi candiderò – dice ancora – ma sono disponibile a vivere il processo con gli altri compagni di partito. Se capisco che questa candidatura sia utile che sia incarnata da me, lo farò”. Nel corso della trasmissione, Lucia Annunziata ha fatto notare a Emiliano che al momento intorno al suo nome come candidato alternativo a Renzi stanno maturando molti consensi. “Probabilmente perché – risponde – non appartengo all’area Bersaniana o D’Alemiana; sono stato uno dei sostenitori di Renzi, sono un uomo indipendente, non faccio parte di nessuna corrente. E probabilmente questo mi mette in una condizione di maggiore facilità nel federare tutte le altre aree di riferimento nel partito”. “Nessuno può pensare che io nei confronti del segretario del partito abbia sentimenti negativi”, ha poi precisato Emiliano. Se decidesse di candidarsi, sarebbe “la prima persona con cui andrei a parlare”, sostiene il governatore, che però alla domanda della stessa giornalista su quali rapporti ha ora con l’ex premier, risponde: “I rapporti fra Renzi e il resto del mondo mi pare che siano molto complicati al momento”.

Il governatore della Puglia a ‘In mezz’ora’ parla anche del premier Paolo Gentiloni, rifiutando di appoggiare l’idea che sia un uomo leale a Renzi. “Secondo me è leale alla Repubblica – afferma – Se qualcuno pensa di andare da lui e dirgli di ubbidire come uno zerbino, si è sbagliato”. “Escludo che Gentiloni ubbidisca alle esigenze di sopravvivenza politica di Renzi, dimettendosi da presidente del Consiglio. Non violerà il giuramento di fedeltà alla Costituzione”, ha concluso Emiliano.

Le reazioni. Guerini e Orfini: “Si rilegga lo statuto”
“Mi auguro che l’Emiliano magistrato conosca la legge meglio di come l’Emiliano politico conosce lo statuto del suo partito”. Orfini, presidente del Pd, risponde così alla richiesta di Emiliano di convocare il congresso dem. Un’altra dura replica arriva per voce del vicesegretario Guerini: “L’unico che non rispetta lo statuto è chi non lo legge. Le regole sono chiare: il congresso viene convocato dall’assemblea nazionale, non dal segretario, e va fatto, secondo l’art. 5 dello statuto del nostro partito, nel dicembre 2017″, afferma Guerini, che poi invita il governatore della Puglia “a smetterla con inutili polemiche fondate sul nulla o su mistificazioni delle regole del nostro partito”. Su Twitter rispondono invece i renziani: “Caro Emiliano, a norma di statuto il congresso del Pd si tiene a dicembre 2017. Sarebbe buona norma sapere come funzionano le regole prima di parlare”, scrive il deputato Ernesto Carbone. Simile il tweet del senatore Andrea Marcucci: “Emiliano usa carte bollate contro statuto Pd? Una bella concezione della democrazia interna. Congresso previsto a dicembre”.

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